Sesto San Giovanni

Sesto dice no alla cittadinanza onoraria per la Segre: "Non ha a che fare con la nostra storia"

La maggioranza boccia un ordine del giorno per conferire la cittadinanza onoraria alla Segre

La Segre

La città medaglia d'oro alla Resistenza dice no a Liliana Segre. Martedì sera, infatti, il consiglio comunale di Sesto San Giovanni ha detto no a un ordine del giorno del Movimento cinque stelle che chiedeva di dare la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita milanese, deportata dai nazisti e da poco sotto scorta a causa dei tanti messaggi di odio e minacce ricevuti quotidianamente. 

Sindaco e soci - ha spiegato Vincenzo Di Cristo, consigliere grillino - hanno "bocciato compatti la manifestazione di intenti presentata dal sottoscritto anche a nome di tutta l'opposizione. Il sindaco ha detto che la manifestazione era fatta al solo scopo strumentale. E ovviamente - le parole di un contrariato Di Cristo - i consiglieri di maggioranza hanno ubbidito compatti, quasi fossero bravi soldatini, compresi i rappresentanti dei civici ed alcuni ex o attuali Cl".

Per il sindaco Roberto Di Stefano, in quota Forza Italia, "Liliana Segre non ha a che fare con la storia della nostra città e darle la cittadinanza sarebbe svilente per lei perché è una strumentalizzazione politica. La inviterò personalmente - ha concluso - il 27 gennaio".

Diverso, decisamente diverso, il parere del Partito democratico. "Asserire che Liliana Segre non ha alcun legame con Sesto San Giovanni è ridicolo - l'attacco di Mari Pagani, esponente democratica -. La Senatrice è iscritta all’Aned, associazione degli ex deportati, attiva sul nostro territorio dagli anni Cinquanta e organizzatrice ogni anno di un partecipatissimo viaggio nei lager con la presenza dell’Istituzione e del labaro comunale insieme a molti istituti scolastici e cittadini. La nostra città è stata insignita orgogliosamente della Medaglia d’Oro alla Resistenza e che la Resistenza non abbia nulla a che fare con la deportazione e con la dittatura nazifascista che imprigionò la Senatrice a Auschwitz è un azzardo troppo ardito anche per il nostro sindaco", ha sottolineato la consigliera. 

"Per ultimo Sesto San Giovanni sino ad ora è sempre stata solidale nei confronti di chiunque subisca discriminazione, aggressioni e insulti violenti. E questo ha molto a che fare con l’idea di di inclusione, di confronto e di pace che ha caratterizzato la nostra comunità cittadina. A questo punto ci viene quasi da dire «Senatrice, dovessero invitarla, lasci perdere. Il Sindaco Roberto Di Stefano dice che qui lei è un’estranea». Pensare che noi del Partito Democratico credevamo che, famosa in tutto il mondo, lei fosse una delle madri della nostra Costituzione".
 


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