Corsico

"Tassa" per le prostitute, 350 euro alla settimana e minacce se non pagavano

Sgominata una banda che controllava quasi due chilometri della Nuova Vigevanese tra Corsico e Trezzano sul Naviglio

L'uomo riscuote la "tassa" settimanale (foto Carabinieri)

Capillari, quasi militari nell'organizzazione, minacciosi verso le donne che si affacciavano al "mercato" liberamente ma anche estremamente "rispettosi" dei confini territoriali: controllavano la prostituzione sulla Nuova Vigevanese, tra Corsico e Trezzano sul Naviglio, ma non "invadevano" le strade limitrofe.

L'indagine dei carabinieri di Corsico, durata quasi un semestre nella seconda parte del 2015, ha permesso di "scoperchiare" una organizzazione molto efficente nella gestione dell'attività di prostituzione (e di spaccio di cocaina) in quel territorio, ma anche di evidenziare le dinamiche del "nuovo" (ormai non più tanto, visto che da anni è il più diffuso) sistema di sfruttamento, più "soft" rispetto a quello a cui ci si era abituati in passato. 

Dodici gli indagati, soprattutto albanesi e italiani; sei le ordinanze del gip, quattro in carcere (due albanesi, tra cui il capo, e due italiani, tutti tra i 22 e i 64 anni) e due con obbligo di dimora (ma uno dei due, un romeno di 25 anni, è già in carcere, a Genova, per altri reati). Ai vertici un albanese con precedenti specifici: che, di persona, riscuoteva ogni settimana la "tassa di occupazione" del posto in strada, di 350 euro, in luoghi abbastanza defilati (ma i carabinieri hanno documentato almeno uno di questi passaggi di denaro), delegando tutto il resto ai suoi gregari, tra cui un'albanese di 28 anni (con obbligo di dimora), prostituta ma anche "fiduciaria" dell'organizzazione. Tanto che era lei a sostituirsi al capo nella riscossione della tassa, quando lui era all'estero.

Di seguito: i guadagni e lo spaccio di cocaina, il reclutamento, l'indagine.

L'attività di gestione della prostituzione fruttava qualcosa come 28-30 mila euro al mese, considerando che le ragazze costrette a pagare erano una ventina. In alcuni casi la banda riscuoteva anche una percentuale sui guadagni, ma in misura più sporadica e variabile.

L'organizzazione arrivava però a ricavare almeno 50 mila euro al mese in tutto, secondo i calcoli dei militari, perché reinvestiva parte del ricavato della "tassa sulla prostituzione" per comprare e poi rivendere cocaina ai clienti delle prostitute. In questo caso la dose veniva ceduta direttamente dalle ragazze, tutte dell'Europa dell'Est (Albania, Romania) e tutte piuttosto giovani, anche sui vent'anni d'età, ma nessuna minorenne. Durante le perquisizioni negli appartamenti e box di pertinenza del capo, i militari hanno sequestrato in tutto un chilo e mezzo di cocaina.

Cinquantamila euro, dunque, per meno di due chilometri di strada, seppur "trafficata". Questa cifra può dare la misura dell'interesse economico (illegale, ovviamente) che ruota intorno alla prostituzione in Italia. 

Nella maggior parte dei casi, le ragazze iniziavano l'attività autonomamente. Ma appena arrivavano a Corsico o a Trezzano sulla statale, venivano intercettate dalla banda, che pretendeva la "tassa" intimorendo le giovani in vario modo: danneggiando le loro automobili o minacciandole (in un caso anche con la pistola puntata). 

Tuttavia la banda era in grado di reclutare direttamente ragazze nei Paesi d'origine. I carabinieri hanno constatato in particolare che due ragazze albanesi di circa vent'anni erano venute in Italia proprio indotte dall'organizzazione. Episodi di violenza vera e propria, comunque, sono stati documentati soltanto in riferimento alle iniziali minacce per "convincere" a pagare la tassa.

Nella zona di Trezzano, oltre alla Nuova Vigevanese, la prostituzione è fiorente anche in alcune vie limitrofe, perpendicolari e parallele. Ma l'indagine ha documentato che la banda non "sconfinava" oltre la statale, lasciando le altre zone libere, come una sorta di "cuscinetto" per la prostituzione totalmente autonoma. Tant'è vero che, nei dintorni della Nuova Vigevanese a Trezzano, esercitano (liberamente, appunto) anche diverse donne di altre nazionalità, dalle marocchine alle italiane, giovani e meno giovani.

Le indagini si sono sviuppate per alcuni mesi, a partire dai servizi di perlustrazione abitualmente svolti dai carabinieri sulle strade del sesso nell'hinterland sud-ovest di Milano, ma anche dalle informazioni raccolte a voce dalle stesse prostitute, alcune delle quali (poche rispetto al totale) erano effettivamente costrette all'attività. Sono poi proseguite con intercettazioni telefoniche e ambientali ma anche diversi pedinamenti, "facilitati" dal fatto che l'organizzazione era molto abitudinaria nei suoi spostamenti. 

Di seguito le schede riassuntive, gli arrestati e il video.

Video | Prostituzione a Trezzano e Corsico


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