Corsico

Corsico, due manifestazioni antimafia in settimana

La prima, martedì 25, organizzata dal sindaco Filippo Errante; la seconda, giovedì 27, da Libera. Corsico cerca di rispondere alle intimidazioni di stampo mafioso in consiglio comunale

Il consiglio comunale di Corsico giovedì sera

Due manifestazioni antimafia a Corsico in una settimana. Una organizzata dal sindaco Filippo Errante, l'altra da Libera. E' questo l'esito - simbolico - di un "weekend lungo" estremamente difficile per la cittadina dell'hinterland milanese. Iniziato giovedì sera con una seduta di consiglio comunale infuocata e decisamente preoccupante: da alcuni del pubblico urla, insulti, minacce gravissime all'indirizzo di due consiglieri comunali di centrosinistra, Maria Ferrucci e Roberto Masiero. La prima, mentre leggeva un'interpellanza, è stata interrotta sulla parola "'ndrangheta", mentre spiegava che la criminalità organizzata ha penetrato il tessuto economico cittadino.

E sabato benzina sul fuoco: una corsichese, Assunta B., ha scritto sul suo profilo Facebook di desiderare tritolo da Babbo Natale. Apriti cielo: la donna era tra il pubblico ed era tra coloro che avevano interrotto la Ferrucci. 

Tutto è nato dal festival dello stoccafisso, organizzato dall'azienda Alagna & Spanò di Mammola. Il festival si sarebbe dovuto svolgere il 22 e 23 ottobre ma è stato improvvisamente sospeso quando si è appurato che Vincenzo Musitano, genero del boss della 'ndrangheta Giuseppe Perre "Maistru" e rivenditore di generi alimentari insieme alla moglie, sarebbe stato il "punto di riferimento" degli organizzatori per le questioni pratiche. «Lo conosciamo perché è un nostro cliente, se qualcuno vuole prenotare un tavolo è più logico che telefoni a uno del posto», ha dichiarato l'azienda a MilanoToday.

Il consiglio comunale di giovedì, per l'opposizione, è stato il segnale che la 'ndrangheta "entra" nella politica (a gamba tesa) e cerca di condizionarla. Durante la seduta, il presidente dell'aula Vincenzo Cirulli (lista civica del sindaco) ha invitato le persone a non interrompere i lavori, come si evince anche dalla videoregistrazione pubblicata su Youtube, senza probabilmente (lì per lì) cogliere l'inaudita gravità di quanto stava avvenendo. Non certo una semplice interruzione per un parere diverso.

LE DUE MANIFESTAZIONI

Tant'è vero che lo stesso sindaco Errante, anche dopo avere incontrato il prefetto Alessandro Marangoni, ha organizzato il primo dei due appuntamenti antimafia della settimana: una fiaccolata "per la legalità" che si svolgerà martedì 25 ottobre, a partire dalle otto e mezza di sera, con ritrovo in piazza Cervi. Il percorso prevede il passaggio in via Cavour, per sostare davanti ad un negozio sequestrato alla 'ndrangheta e assegnato nel 2016 a varie associazioni antimafia, tra cui Libera. La fiaccolata proseguirà poi per via Roma fino al Municipio, dove sono previsti interventi istituzionali. Il sindaco ha invitato anche l'associazione di comuni "Avviso Pubblico" e diversi sindaci della zona; poi ha esteso l'invito anche a Libera.

Ed è proprio Libera ad avere organizzato la seconda manifestazione. Che non è una "risposta" a quella del sindaco. Immediatamente dopo la seduta di giovedì del consiglio comunale, infatti, negli ambienti antimafia si era ragionato sul da farsi. La manifestazione è dunque la seconda soltanto per questioni di tempo e organizzative. Si svolgerà giovedì 27 ottobre alle sette e mezza di sera, in forma di presidio, presso la Fontana dell'Incontro di via Cavour: Parteciperanno David Gentili (presidente di "Avviso Pubblico"), Nando Dalla Chiesa, don Colmegna e don Ciotti.

Dal sindaco arriva una "mano tesa" a Libera e all'opposizione: da una parte promette che parteciperà anche lui, giovedì, al presidio di Libera; dall'altra chiede che Libera faccia lo stesso con la fiaccolata di martedì e vorrebbe che la Ferrucci e Masiero fossero al suo fianco. Non solo: lunedì sera ha anche (ri)lanciato la proposta, partita nei giorni scorsi dal consigliere comunale di Buccinasco Fiorello Cortiana, che si faccia - prima o poi - il festival dello stoccafisso ma con i prodotti calabresi di Libera e di don Ciotti.

L'invito del sindaco è stato però respinto, nella serata di lunedì, da Masiero e dalla Ferrucci, perché nel corso del consiglio comunale nessuno della maggioranza aveva pronunciato parole di condanna verso i provocatori, e nei giorni successivi, sui social network, molti avevano accusato i due consiglieri di centrosinistra di "strumentalizzare" l'accaduto. Saranno tuttavia presenti («per rispetto istituzionale») i capigruppo del Pd e di Insieme per Corsico e un consigliere di Corsico per Masiero. I due esponenti hanno invece riaffermato la loro presenza alla manifestazione di Libera: «Se intenderà presenziare - scrivono rivolti a Errante - quello sarà il luogo giusto per incontrarci».

QUESTIONE DI TEMPISMO (E NON DI CALABRESI) - editoriale

(di Massimiliano Melley)

Se tutto andrà come deve andare, martedì e giovedì vedremo due manifestazioni con partecipanti quasi sovrapposti (anche se non del tutto). Poi, in futuro, un festival dello stoccafisso "rigorosamente antimafia". Sia chiaro, è sempre meglio di una città spaccata in due proprio sul tema della 'ndrangheta. Ma ripercorrendo tutte le tappe non si può dire che tutto sia filato liscio.

Dando per scontata la buona fede totale di Alagna & Spanò, che si rivolge ad un suo cliente per la gestione pratica del festival a mille chilometri di distanza dalla propria sede senza sapere che è genero di un boss, e dando anche per scontato che Vincenzo Musitano non fa parte della 'ndrangheta (come da sua fedina penale), fa riflettere che un sindaco ammetta di non essersi accorto di chi fosse il nome che campeggiava nei manifesti della sagra; e si giustifichi dicendo che è complicato effettuare controlli su chi organizza o aiuta ad organizzare feste di paese. C'è, in generale, bisogno di un "controllo" per collegare un nome ai fatti o ad altri nomi, in piccole realtà e con inchieste ormai antiche?

Riascoltando poi il consiglio comunale di giovedì 20 ottobre, ed in particolare gli interventi della maggioranza (leghisti e forzisti), si ascoltano difese appassionate dei calabresi oppure sofismi sulle "mele marce negli alberi buoni", come se il punto fosse l'onorabilità di un'intera regione o di un Musitano con fedina pulita. No, il punto non è questo. Ci mancherebbe altro che una persona con un passato senza macchie, pur imparentato con 'ndranghetisti, non possa lavorare e anche essere rispettato. Il punto è un altro: non dare messaggi ambigui sulla scelta di fondo antimafia di un ente pubblico territoriale. Ma i consiglieri di centrodestra (salvo uno, che ha suggerito, per il momento, di sospendere le feste) non hanno colto l'occasione per parlare di 'ndrangheta nel Corsichese. 

Così come è fuorviante parlare di calabresi come "un tutt'uno", e di conseguenza difenderne la maggioritaria onestà. Ci mancherebbe: ma il punto è - ancora una volta - un altro. E' l'opportunità politica di legare il nome del comune, il nome dei singoli amministratori a un parente del boss. C'è differenza. Come dimostra lo stesso Errante, che ammette l'errore, sospende la festa. E poi organizza una fiaccolata (ma giovedì in consiglio non ha urlato «fuori la 'ndrangheta da quest'aula», e questo non significa che sia colluso, tutt'altro: significa che è in ritardo), e alla fine propone di organizzare il festival coi prodotti di Libera. Anche qui, in ritardo: lo fa dopo che Libera ha indetto il suo presidio. Poteva farlo subito, quando ha sospeso la festa.

In ogni caso, evidentemente qualche dubbio era ben riposto, se il consiglio comunale di giovedì 20 è andato come è andato. Con le urla. Con gli insulti. Con le minacce. Con il gesto del pollice sotto la gola, visto e raccontato da una donna del pubblico che, insieme ai consiglieri, stava subendo le minacce. Ci si aspettava, dato l'argomento, una cittadinanza sì presente in forze in aula, ma per sostenere l'antimafia. E invece non è andata così. Questo è, forse, l'elemento più grave di tutti. 

Fuori da Corsico lo hanno capito bene: ad esempio, lunedì sera il consiglio di Municipio 7 (che con Corsico confina) ha votato all'unanimità (destra, sinistra e 5 Stelle) una mozione dell'esponente del Pd Lorenzo Zacchetti in cui si esprime «piena solidarietà» ai consiglieri corsichesi insultati e minacciati e si auspica «unità nel combattere questi fenomeni» da parte delle forze di maggioranza e di opposizione. 

In settimana, martedì e giovedì, si vedrà se la cittadinanza e la politica corsichesi vorranno mostrarsi uniti, almeno nelle manifestazioni. Un migliore tempismo, d'ora in avanti, sarà poi sicuramente apprezzato. Perché con la 'ndrangheta, come la stessa Corsico sa bene per la sua storia, non si può scherzare. Non si può mostrarsi ambigui nemmeno per sbaglio.


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