Cinisello Balsamo

Gaetano Petronio eletto segretario cittadino di "Sinistra Italiana"

Domenica 24 marzo è nato il nuovo circolo di Sinistra Italiana che ha eletto come segretario Gaetano Petronio e come tesoriere Federico Billo. Le deleghe alla segreteria vanno a Letizia Villa, Gabriele Arosio, Claudia D’Addio e Antonella Di Cicco

Gaetano Petronio, al centro, neo segretario cittadino di "Sinistra Italiana" a Cinisello Balsamo

Domenica 24 marzo è nato il nuovo circolo di Sinistra Italiana a Cinisello Balsamo che ha eletto come segretario cittadino Gaetano Petronio e come tesoriere Federico Billo.

Gli iscritti cinisellese hanno anche votato le deleghe alla segreteria che vanno all'ex assessore Letizia Villa, (rapporti con le associazioni), a Gabriele Arosio (questione abitativa), a Claudia D’Addio (sport ed inclusione) e ad Antonella Di Cicco (informatica e corsi).

Il neo segretario cittadino Petronio ha lanciato una sorta di manifesto politico per l'inizio del suo mandato: «Dove trovo la mia idea di sinistra? E' tra Crocetta e Sant’Eusebio, tra il circolo Lombardini e la più grande Festa dell’Unità del Nord Milano».

Poi prosegue: «La sinistra della nostra città è dentro la valigia di cartone di chi arrivava qui per lavorare in fabbrica per dare un futuro migliore ai suoi figli. Era nel coraggio degli operai cinisellesi di Breda, Falck e Magneti Marelli che hanno fatto lo sciopero del ‘44 e tra le mura della scuola Cadorna sede del comando del Distaccamento della 119ª Brigata Garibaldi S.A.P. Quintino di Vona».

Petronio continua: «La nostra storia è piena di colori e di speranza e va su un filo rosso che spesso univa operai e insegnanti, preti (operai) e cooperanti, chi accoglieva e chi aveva bisogno di essere accolto».

E ancora: «La sinistra a Cinisello Balsamo vive tra i tanti dibattiti, le tante scuole e le biblioteche di quartiere per non parlare della scuola di musica del Pertini».

Petronio aggiunge: «Cinisello Balsamo è stata città dell'accoglienza dell'inclusività, ma anche di partecipazione e confronto culturale e per questo cercheremo di tenere alta questa bandiera».

Poi conclude: «Non vi diremo mai cosa pensare, ma ciò su cui riflettere, ciò su cui indignarvi e ciò su cui vale la pena continuare a lottare».


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