Lorenteggio Giambellino

Il sindacato degli inquilini Cgil denuncia il Comune

Dopo gli appelli rimasti inascoltati, il Sunia, insieme al comitato inquilini e alcuni residenti di via Solari 40, denunceranno il Comune per l'iniquità del canone applicato

Crepe sul palazzo appena ristrutturato

Il prossimo lunedì 9 febbraio il Sunia (Sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari), diversi membri del comitato inquilini e alcuni abitanti dello stabile ERP di via Solari 40 faranno causa al comune.
 
A dirlo è Loredana Valvo, responsabile del Sunia-Giambellino, che in seguito ad alcuni appelli rivolti a Palazzo Marino (purtroppo rimasti inascoltati) ha voluto raccontare a MilanoToday l’infelice storia dei residenti di questo stabile popolare.
 
“Ormai sono passati quasi due anni da quando abbiamo chiesto al comune di rivedere i canoni di locazione: lo stato attuale degli immobili abitati, nonostante una recente ristrutturazione di una parte dei caseggiati, presentano ancora vizi strutturali evidenti”, spiega la responsabile del Sunia. E a seguito di ciò, infatti, la sigla sindacale ritiene iniqua l’applicazione dello stato di conservazione “normale”, rivendicando l’applicazione del coefficiente relativo allo stato di conservazione “scadente” che porterebbe a una riduzione del canone di locazione.
 
Le crepe presenti sui balconi e sulle pareti del palazzo parlano da sole. Lungo un condotto si notano anche alcune infiltrazioni interne. “E dentro è anche peggio”, racconta Loredana del Sunia.
 
Ma non è tutto: “Insieme al canone contestiamo anche una serie di arretrati ingiustificati che vanno fino al 2009. E una serie di aumenti di preventivi di spesa, anch’essi non giustificati, a fronte dell’utilizzo di acqua e luce da parte di un cantiere rimasto qui per molto tempo”.
 
Spese su spese, quindi, aggiunte a un canone ritenuto “normale” dal comune. “Alcuni abitanti - continua Loredana - sono stati forzatamente mobilitati a fine dicembre 2014, perché gli altri caseggiati dello stabile sono stati dichiarati inagibile, anche se pagati con un canone di natura normale”.
 
“Nessuna trattativa” per i 44 inquilini che hanno intentato la mediazione. “In un incontro con Aler ci hanno detto che il comune non aveva intenzione di intraprendere alcuna trattativa con noi o con gli abitanti” fa sapere la responsabile del sindacato.
 
Inoltre, per non rimanere al freddo, molti inquilini sono stati costretti a pagare a proprie spese un impianto di riscaldamento a norma di legge. “Questo ha comportato un ulteriore incremento del loro affitto in base a una legge regionale che, allo stato di fatto in cui si trova l’immobile, è davvero inopportuna”.
 
E il conto si fa più salato anche per altri 8 inquilini che godono ancora di un contratto di locazione popolare risalente a una vecchia legge del ’78. “Il comune - conclude il Sunia - avrebbe dovuto disdire il loro contratto tramite una raccomandata che ad oggi ancora non ci è pervenuta. Ora per loro il canone è triplicato”.


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