San Siro

Via Civitali, il Cantiere davanti all'assessorato: "No agli sgomberi"

La protesta del centro sociale contro il piano di sgomberi di Aler nella palazzina da ristrutturare

La manifestazione del Cantiere (Fb)

Manifestazione di una trentina di antagonisti del centro sociale Cantiere e del comitato Abitanti San Siro davanti all'assessorato alla casa di via Pecorari: si è svolta nel pomeriggio di martedì 27 settembre.

Oggetto della protesta, la situazione di via Civitali 30, palazzina quasi interamente occupata che, nei piani di Aler, deve essere ristrutturata. L'azienda ha già provato a farla sgomberare a febbraio, ma senza successo. Gli antagonisti protestano che i piani di sgombero siano stati «riferiti prima ai media che agli inquilini» e chiedono «trasparenza dei progetti e dei soldi spesi e partecipazione a partire da chi quelle case le abita e a partire dagli abitanti che quel quartiere lo vivono».

In via Civitali 30 - denunciano gli antagonisti - vivono circa trenta bambini: alcuni in età prescolare, altri frequentano le scuole del quartiere. «Un'eventuale mobilità forzata che non tenga conto della loro tutela sicuramente sarà responsabile di un trauma non necessario», scrivono in una nota.

LA STORIA DI VIA CIVITALI 30 

Un progetto iniziale prevedeva la ristrutturazione (al costo di quasi tre milioni e mezzo di euro) delle scale C-D e E-F del complesso, con mobilità degli inquilini entro il 2007 e conclusione dei lavori entro il 2010. Furono murate le scale E-F, mentre non fu portata a termine la mobilità delle scale C-D per la presenza di cinque proprietari e alcuni inquilini che si rifiutarono di cambiare alloggio. I lavori non partirono mai. Gli alloggi rimasti vuoti nelle scale C-D vennero occupate da famiglie.

Nel 2014 il progetto venne rifinanziato dividendolo in due: un appalto per le scale E-F e uno per le scale C-D, quest'ultimo per un totale di quasi 800 mila euro. Rispetto ai 32 alloggi totali, di cui cinque locati e cinque di proprietà, il progetto è stato ulteriormente rimaneggiato (all'inizio includeva demolizioni e accorpamenti) per includere solo i 22 alloggi "liberi", che in realtà sono abitati in occupazione abusiva. Il progetto riguarda la rimozione dell'amianto, il rifacimento di facciate e spazi comuni, la ristrutturazione degli alloggi e le finiture.

Secondo il comitato Abitanti San Siro e il sindacato Asia-Usb, non è necessario procedere con la ristrutturazione integrale degli alloggi perché, in realtà, la maggior parte degli occupanti li ha già rimaneggiati per poterci abitare: una ricognizione precisa dello stato di fatto di questi alloggi permetterebbe anche di risparmiare, quindi, qualcosa rispetto alla ristrutturazione totale.

Bisognerà ora attendere la risposta dell'assessorato alla casa, guidato dall'ex presidente di Zona 6 Gabriele Rabaiotti (Pd). Di certo è complicato l'equilibrio tra l'occupazione abusiva e lo stato di necessità di queste famiglie.


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