Milan-Inter: al via il derby di MilanoToday E' sfida tra Baresi e Bergomi
Inizia con il confronto tra i due capitani storici la sfida tra Milan e Inter che terrà banco per tutta l'estate nelle pagine (web) di MilanoToday. Franco Baresi e Giuseppe Bergomi si danno battaglia a suon di partite giocate, scudetti e coppe vinte
rimo appuntamento per questa rubrica amarcord che ricorderà i più grandi campioni della storia di Inter e Milan. Un tributo per i giocatori che hanno fatto la storia delle due squadre milanesi, in attesa dei nuovi giocatori che sbarcheranno sotto la Madunina. In un periodo in cui la serie A perde fascino e giocatori, in una stagione in cui i tifosi sono costretti a salutare i propri beniamini, consoliamoci con il passato. E che sia di buon auspicio.
Giuseppe Bergomi è il capitano storico dell’Inter più recente. Le analogie della carriera con Franco Baresi sono tante: 20 anni con la casacca nerazzurra e 758 partite ufficiali. Nasce a Milano il 22 dicembre 1963 e incomincia la sua carriera nella Settalese ma subito entra a far parte del mondo nerazzurro. Debutta in serie A il 22 febbraio 1981 in un Inter-Como e brucia immediatamente le tappe, tant’è che Bearzot lo convoca nei Mondiali del 1982 vinti dalla Nazionale italiana. È proprio durante questo periodo che si guadagna l’appellativo di “zio”, dovuto al suo aspetto più maturo degli anni e ai suoi baffi. Gli anni dell’Inter sono difficili ma vive da grande protagonista uno degli scudetti memorabili. Stagione 1988-1989 significa Inter dei record con 58 punti (primato con i 2 punti per vittoria), 26 vittorie, +7 di media inglese. Allenatore di quella squadra è Giovanni Trapattoni che lascerà la società dopo la vittoria della Coppa Uefa nel 1991. Bergomi alzerà la coppa ancora nel ‘94 e poi nel ’98 per ritirarsi l’anno successivo. Lo zio detiene il record di fedeltà alla casacca nerazzurra e anche la sua carriera in Nazionale è superlativa: capitano per 33 volte, gioca 81 partite con 6 gol e partecipa a 4 Mondiali (record per un giocatore italiano detenuto con Gianni Rivera e Paolo Maldini). Difensore arcigno, terzino destro o centrale, ha fatto della marcatura a uomo il suo miglior pregio. Leggendari le sue asfissianti marcature a uomo, nel corso degli anni ha affinato la tecnica individuale giocando e spingendo sulla fascia. Rimarrà sempre nei cuori dei tifosi per la dedizione alla maglia e per la sua eccelsa professionalità.