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Come sta l’Arco della Pace?

Allerta per distacchi di parti scolpite. L’Arco sottoposto a indagini diagnostiche Un simbolo di Milano, fra i luoghi storici più visitati della città e considerato dai critici il monumento più rappresentativo del neoclassicismo lombardo, l’Arco della Pace è oggetto, in questo periodo, di approfondite e sofisticate indagini diagnostiche, affidate al Politecnico di Milano, per valutarne lo stato di salute e capire le cause del degrado che ha portato a distacchi di alcune parti scolpite. Sono così sottoposte a georadar e tomografie le murature e a valutazione con videoispezioni i canali e i pluviali incassati. Nel frattempo, sotto la diretta responsabilità della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Milano, sono state collocate reti di protezione. Gli esisti dell’attività diagnostica e delle attività ispettive sull’intero Monumento consentiranno di definire un progetto e il programma degli interventi. Del resto, 200 anni di storia, durante i quali ha subito anche interventi che ne hanno mutato l’aspetto, non sono pochi. L’idea di un Arco venne all’architetto Luigi Cagnola che, nel 1806, eresse, a Porta Venezia, una struttura di legno, gesso e tele per festeggiare le nozze di Eugenio di Beauharnais, viceré d'Italia e figlio di Giuseppina Bonaparte, e Augusta di Baviera. Il successo fu tale che solo un anno dopo il Comune decise di affidare allo stesso Cagnola la costruzione di un arco in un luogo più consono. L’Arco doveva celebrare la vittoria di Napoleone a Jena e rientrava in un piano di rivisitazione urbanistica della città, ispirata ai nuovi tempi che la rivoluzione francese e l’avvento del generale corso sembravano annunciare. L’euforia napoleonica veniva meno con la disfatta del generale e il Congresso di Vienna che sanciva una “nuova era di pace”. Con il Congresso, Milano passava da francese ad austriaca e il nuovo governo incaricò ancora il Cagnola di riprendere i lavori. Da arco della vittoria il monumento diventava Arco della Pace, simboleggiata dal carro guidato da Minerva, dea pacificatrice, con qualche inevitabile cambiamento. Nuova epigrafe, ma soprattutto il cambio di direzione del carro che gli Asburgo vollero rivolgesse le terga alla Francia. Il maestoso Arco fu inaugurato il 10 settembre 1838 dall’Imperatore Ferdinando I per l'incoronazione a Re del Lombardo-Veneto. Vent'anni dopo la sua inaugurazione, i milanesi si riappropriano dell'Arco, dedicandolo a Napoleone III ma soprattutto a Vittorio Emanuele II re del nuovo stato nascente, l'Italia. Cambiano ancora una volta le epigrafi e, con la cacciata degli austriaci, l'Arco diventa non solo simbolo di pace ma anche di libertà. Oggi l’Arco della Pace sta ancora dove fu eretto, visibile dalla Piazza del Cannone del Castello Sforzesco e ideale punto di partenza o arrivo di quella linea virtuale che lo collega al Duomo e al Castello. Un percorso obbligato per coloro che visitano Milano e vogliono conoscere i simboli della Storia di questa città che accoglie ogni anno milioni di turisti. E l'Arco della Pace, grazie alla sua collocazione a ridosso del Parco Sempione, è spesso testimone di eventi di rilievo che portano nella zona un gran numero di spettatori e visitatori.


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