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Le baracche di via Rizzoli e del Lambro: "Fumi neri, plastiche bruciate e cani liberi che inseguono i curiosi"

"Mi ha sguinzagliato il cane, una specie di molosso. Per fortuna li so trattare: se mi fossi messo a fuggire, chissà". E' una parte del racconto di un lettore di MilanoToday, che ha avuto l'ardire - giorni addietro - di curiosare in una zona limitrofa a via Rizzoli, estrema periferia nord-est di Milano, dopo che la sera precedente si erano diffusi nell'aria fumi neri piuttosto misteriosi quanto maleodoranti.

Il giorno successivo, l'evidenza dei rottami e delle plastiche dimostrava l'origine dei fumi: si era trattato di fuochi accesi forse per riscaldarsi, come accade giornalmente anche da tutt'altra parte di Milano, presso piazza d'Armi, nella baraccopoli che nessuno vuole vedere.

Il lettore è arrivato fin quasi al fiume Lambro e s'è imbattuto anzitutto in un cancello con una scritta minacciosamente chiara: "Se riesco ha (sic) beccarvi vi faccio molto male ma sul serio". Impossibile sapere se l'avvertimento sia destinato ad altri disperati con cui contendersi un pezzo di terra o a qualche residente nella zona.

Più in là, qualche orto e baracche, "un fortino", voci di persone e poi l'inseguimento del cane. "Una fetta di territorio ove la promiscuità ha preso il sopravvento rispetto ad un progetto di vivibilità dell'area del parco Lambro", è l'amaro commento finale del lettore che, dopo essersela cavata con il cane, è uscito dall'area. Un manifesto che annunciava la rinascita della zona, appeso a metà nel nulla che lo circonda, "è una promessa ferma ai box".


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