Per il New York Times è una battaglia persa, ma il neo sindaco di Milano Giuseppe Sala e il presidente della Lombardia Roberto Maroni ci provano ugualmente. L'obiettivo è portare a Milano almeno una delle due autorità europee che oggi hanno sede a Londra, e che dovranno traslocare dopo che il popolo del Regno Unito ha scelto di uscire dall'Unione. In "lizza" l'autorità bancaria (Eba) e l'agenzia del farmaco (Ema).

Mercoledì 6 luglio Sala è a Londra proprio per incontrare i vertici: prima Andrea Enria, presidente dell'Eba, poi Guido Rasi, direttore dell'Ema. Secondo Sala, è più facile convincere l'autorità bancaria, in cui lavorano circa 150 persone tra cui la nazionalità più rappresentata è proprio quella italiana. L'Eba, avendo un aggancio diretto con il mondo della finanza, potrebbe poi essere il "trampolino" per intercettare le aziende che oggi hanno a Londra la sede europea: quasi certamente non poche di queste traslocheranno a loro volta altrove.

Maroni, dal suo canto, crede molto nell'agenzia del farmaco, a cui offrirebbe l'area di Expo con il futuro centro di ricerca. La pratica comunque dovrà passare per il governo nazionale e per una trattativa con l'Unione europea. 

Sala, a Londra, incontrerà anche il sindaco Sadiq Khan con cui parlerà soprattutto di questioni di politica cittadina, dall'inquinamento alla sicurezza, e alcuni italiani che lavorano alla "City", il centro finanziario della capitale britannica, per uno scambio di vedute sul dopo-Brexit.

"Ho incontrato il mio collega Sadiq Khan ci siamo scambiati opinioni e visioni sul futuro delle metropoli, europee e mondiali. Sostenibilità ambientale, rigenerazione delle periferie, "città multicentrica": dobbiamo imparare anche dal successo di Londra per capitalizzare il momento particolarmente positivo che vive la nostra città", ha detto dopo il primo cittadino milanese.