Politica

Caso Di Maio, Vasile (Pd): «Offesa come romena e democratica, si scusi con la comunità»

La consigliera del Pd a Palazzo Marino invita tutti i romeni in Italia a mandare un messaggio all'esponente grillino con le loro storie: «Così ci conoscerà prima di giudicare»

Angelica Vasile (Pd) durante il video messaggio

Arriva anche a Milano l'eco della polemica di Luigi Di Maio, esponente del Movimento 5 Stelle e vice presidente della Camera (per alcuni, candidato premier "in pectore" del movimento di Grillo), sui romeni in Italia. Tutto è sorto con un post su Facebook in cui Di Maio ha scritto che «l'Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali». Per poi aggiungere: «Mentre la Romania sta importando dall'Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa Ue!». 

La protesta si è subito scatenata: i romeni in Italia sono (nel 2014) un milione e 131 mila, cioè il 22,6% del totale degli stranieri. Una comunità importante numericamente e mediamente integrata. L'ambasciatore romeno in Italia, George Gabriel Bologan, ha scritto una lettera aperta in cui definisce quello di Di Maio «un messaggio che, al di là delle opinioni personali, offende tanti miei concittadini di buona volontà» e conclude auspicando per Italia e Romania «un modello di integrazione e di amicizia fra cittadini europei, in un’Europa che tutti noi vogliamo chiamare la nostra casa, "a nostra Patria comune" come la voleva De Gasperi».

E a Palazzo Marino siede, dal 2016, tra i banchi del consiglio comunale di Milano, una romena: è Angelica Vasile, eletta con il Partito Democratico, che in precedenza aveva fondato l'associazione Fermati Otello contro la violenza nei confronti delle donne. Vasile non ci sta e reagisce duramente alle parole del grillino Di Maio: «Mi sento offesa come romena, democratica e come dottoranda universitaria», scrive Vasile: «Come romena perché quest'affermazione è discriminatoria nei confronti del mio Paese natale e di tutta la comunità presente ed integrata nel tessuto nazionale, impegnata in moltissimi settori produttivi, dai lavori di cura all’università, dall'edilizia al sociale. Come democratica perché le sue affermazioni in questo delicato momento storico vanno nella direzione di aumentare il clima di intolleranza e xenofobia di cui non si sentiva il bisogno, come dottoranda perché usa dati senza avere fonti attendibili e lo fa in maniera strumentale».

Vasile sottolinea che le parole di Di Maio sono «gravi perché provengono da un leader di un partito che mira a governare l’Italia» e chiede le «immediate scuse alla comunità romena». Non solo: la consigliera milanese lancia anche l'hashtag #noiromeninitalia e invita i suoi connazionali a testimoniare la loro storia con un breve video, naturalmente taggando il vice presidente della Camera «nella speranza che impari a conoscere i romeni prima di giudicarli».

PERCHE' DI MAIO NON HA DETTO IL VERO

Luigi Di Maio non ha però rettificato il suo post su Facebook, ma ha aggiunto una precisazione che in realtà non spiega granché. «La storia del 40 per cento di ricercati romeni in Italia non la dico io: lo disse nel 2009 l'allora ministro romeno della giustizia Catalin Predoiu, dato confermato l'altro giorno dal procuratore di Messina (Sebastiano) Ardita».

E' davvero così? L'agenzia giornalistica Agi ha fatto diversi conti per il suo servizio di fact-checking e smentisce Di Maio su tutta la linea. Il procuratore Ardita aveva spiegato che il 40% dei mandati di cattura europei verso cittadini romeni proviene dall'Italia. Un dato che, in realtà, non è affatto sorprendente: infatti, il 38% dei romeni emigrati in Europa vive in Italia. Coincidenza quasi perfetta.

Ma Di Maio non ha nemmeno detto la stessa cosa di Ardita: ha detto, infatti, che il 40% «dei criminali» romeni arriva in Italia, decide cioè di delinquere nel nostro Paese. I numeri, ancora una volta, dicono una cosa diversa. I cittadini romeni detenuti in carceri romene o di altri Paesi Ue è, nel 2016, 39.966, di cui 2.825 detenuti in Italia, cioè il 7,25%. E il milione abbondante di romeni "importati", brutta parola quando si parla di migranti, in Italia è il 6% della popolazione romena. 


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