Politica

E su Facebook nasce il gruppo contro la manifestazione per Ramelli

Tre persone, tra cui il deputato Pd Emanuele Fiano, scrivono una lettera aperta contro la manifestazione di domenica 29 aprile in ricordo di Sergio Ramelli. E creano un gruppo su Facebook

Un momento del corteo del 29 aprile

La manifestazione si è tenuta senza incidenti, con presidio di forze dell'ordine. Si tiene, del resto, ogni anno. Stavolta però tre cittadini, tra cui il parlamentare del Partito democratico Emanuele Fiano, hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera aperta a varie autorità: prefetto e questore, ma anche il premier Monti, il ministro dell'interno e quello della giustizia.

La protesta nasce dal fatto che il corteo si è caratterizzato per la nutrita presenza di bandiere con le croci celtiche e per l'ostentazione di saluti romani. Scrivono i tre firmatari: "Noi conosciamo i simboli, le parole, le colpe e la memoria di quel ventennio. E sappiamo che non pochi ancora oggi conservano, per quella pagina di morte della libertà in Italia, una costante e patologica nostalgia. La domanda che ci è sorta come altre volte spontanea nelle ultime ore è: la democrazia italiana, nata dalla lotta antifascista, ha dei limiti di espressione? Qualunque espressione, anche la più palesemente coerente con quel passato, nei simboli e negli slogan, può essere espressa, senza divieti o limiti?".

Chiara la risposta che si danno: "Noi tutti potremmo stare zitti, rifugiare la nostra coscienza pigra dietro il diritto di espressione sancito dalla Costituzione nel sacrosanto Art. 21, verificare che la croce celtica non rientra in simboli storici del fascismo eventualmente passibili di ricadere in quanto previsto dall’Art. 4 della Legge Scelba del 1952, che punisce “chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche” . Tutto ciò lo conosciamo e ci è già stato spiegato molte volte. Ma non basta più. Perlomeno a noi".

E concludono la lettera facendo un appello perché "simili manifestazioni non abbiano più a ripetersi". All'appello su Facebook hanno già aderito più di 3mila persone.


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