Politica

Dolce e Gabbana, il Pdl attacca, la giunta frena, Pisapia tace

La polemica non si placa anche se la giunta cerca di smussare. Pisapia non dichiara nulla. E da Napoli il Pd Panini "chiama" gli stilisti: "Vengano qui"

Stefano Gabbana (a sinistra) e Domenico Dolce

La giunta di Milano cerca di smussare la polemica su Dolce e Gabbana e la loro scelta di indignarsi contro il comune per le dichiarazioni dell'assessore al commercio e al marketing territoriale Franco D'Alfonso, secondo cui gli evasori non meriterebbero spazi comunali. Dichiarazioni che l'assessore ha poi in parte ritrattato, confermando un garantismo di fondo e assicurando che non si trattava di una posizione "di giunta".

Nella giornata di sabato è tornata sul tema Cristina Tajani, assessore alla moda. La Tajani, parlando di "strumentalizzazioni" a proposito delle proteste del Pdl contro D'Alfonso, ha spiegato che "la città di Milano ha bisogno di lavorare e riconquistare un ruolo. Per noi la vicenda è chiusa, D'Alfonso ha rettificato il suo pensiero".

Sempre dalla giunta, Carmela Rozza ha provato a tenersi equidistante: "D'Alfonso e gli stilisti hanno fatto lo stesso errore, mettere di mezzo l'azienda", ha detto. "Una cosa sono i cittadini Dolce e Gabbana verso cui è giusto il richiamo alla correttezza fiscale, altro l'azienda e gli stilisti, la creatività che rappresenta la moda in tutto il mondo, su cui ci deve essere collaborazione e unità d'intenti".

Silenzio invece dal sindaco Giuliano Pisapia, che mercoledì incontrerà il vertice della Camera della Moda italiana (tra gli altri: Angela Missoni, Diego Della Valle e Patrizio Bertelli), incontro però programmato da tempo.

Ma per Riccardo De Corato (Fdi), "D'Alfonso è indifendibile e andrebbe cacciato, come per molto meno è stato fatto con Stefano Boeri". E tutto il Pdl, dalla parlamentare Daniela Santanché alle eurodeputate Lara Comi e Licia Ronzulli, va all'attacco contro l'assessore D'Alfonso e la giunta di Milano. Critiche a D'Alfonso anche da Stefano Boeri, ex assessore alla cultura, che ha spiegato in una intervista a Repubblica che "ci danneggia un assessore che pensa di sostituirsi alla magistratura", e ha ricordato che "la moda non riguarda solo il lusso, ma crea lavoro e dinamismo in città".

E da Napoli arriva un'inaspettata apertura alla griffe. Gli assessori al commercio di regione e comune, Fulvio Martuscello (Pdl) ed Enrico Panini (Pd, proveniente dalla Cgil), hanno detto di essere "pronti a discutere con Dolce e Gabbana per il trasferimento del core business a Napoli".


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