Politica

Corsico, sì unanime: parte la commissione sul festival dello stocco di Mammola

La proposta avanzata dal sindaco: 60 giorni per accedere a tutti gli atti del patrocinio contestato

Un momento della seduta

Corsico: in consiglio comunale si è discussa la mozione del sindaco Filippo Errante per chiedere una commissione (presieduta da un esponente di opposizione) che indaghi sulla vicenda del festival dello stocco di Mammola, su cui si sono spesi fiumi di parole (e di polemiche) perché, sulle locandine, appariva il nome (e il numero di telefono) di Vincenzo Musitano, gestore di un negozio di alimentari ma soprattutto parente di un boss (di cui ha sposato la figlia, intestataria del negozio). Lui, per la giustizia, è "pulito", ma non così si può dire per il suocero e per i due fratelli.

Errante, con la sua mozione, propone poi regole più rigide per la concessione dei patrocini da parte del comune, l'attivazione di campagne informative sul racket, l'usura e la criminalità organizzata e la costituzione in parte civile, sempre da parte del comune, in procedimenti giudiziari contro le mafie. Ma anche l'intitolazione di una via o di un parco a "Quarto Savona Quindici", nome in codice della scorta di Giovanni Falcone. L'opposizione, con un emendamento del Movimento 5 Stelle, avrebbe voluto aggiungere anche un'altra via (o un altro parco) per Lea Garofalo, ma su questo la maggioranza è stata irremovibile. 

La mozione è stata approvata all'unanimità. La commissione sarà quindi presto istituita e avrà sessanta giorni di tempo (e non trenta, come inizialmente previsto) per approfondire gli atti e le procedure che avevano portato alla concessione del patrocinio comunale per il festival dello stocco di Mammola. «La commissione è calibrata su una parte piccola della vicenda, mentre per me va discusso quello che è successo dopo il patrocinio», ha detto in aula Maria Ferrucci, consigliera d'opposizione, riferendosi anche e soprattutto alla seduta del 20 ottobre, con intimidazioni e minacce (anche di morte) da parte di alcune persone del pubblico all'indirizzo della Ferrucci e di Roberto Masiero.

Da parte della maggioranza di centrodestra, ancora qualche polemica sulla «strumentalizzazione» della vicenda finita sui giornali. Il clima era decisamente diverso rispetto al 20 ottobre, quando, a fronte dell'accusa (tutta politica) al sindaco di non essere stato abbastanza "attento" a quello che stava succedendo e a fronte delle minacce e delle intimidazioni, per tutta la seduta diversi consiglieri di maggioranza si erano profusi nella difesa dell'onorabilità della Calabria e dei calabresi in genere oppure in considerazioni sulle "mele buone" che possono nascere anche dagli alberi pieni di "mele marce".

«Questa maggioranza non ha nulla da temere», ha argomentato l'assessore leghista Giacomo Di Capua, rivolto all'opposizione, martedì sera: «Apprezzate il gesto che stiamo facendo con la commissione, proposta da noi, e anche il fatto che vi diamo la presidenza. Dobbiamo combattere tutti insieme la 'ndrangheta e la camorra».

Alla fine, come detto, il consenso sulla commissione d'indagine e sulle altre iniziative proposte è stato unanime, anche se l'opposizione avrebbe voluto (e tornerà a chiedere) una "vera" commissione antimafia interna al comune di Corsico. «Sindaco, deve guardare anche dentro la sua maggioranza», ha detto a microfono la Ferrucci pensando alle polemiche infinite e agli errori sulla vicenda. E Errante ha annuito con un cenno del capo.

LA VICENDA DEL FESTIVAL E LE POLEMICHE

Le "puntate precedenti" della vicenda. Tutto parte, si diceva, dalle locandine, su cui c'erano anche i nomi del sindaco e di due assessori, perché la giunta aveva approvato il patrocinio comunale spiegando che era stato chiesto «dal consorzio e da un produttore» di quello che è uno dei piatti più celebri della tradizione calabrese. L'azienda Alagna & Spanò, il produttore, aveva però precisato a MilanoToday che il consorzio non c'entrava niente e che loro, in quanto fornitori abituali del negozio di alimentari di Musitano, gli avevano chiesto se poteva occuparsi delle cose più pratiche (tipo, raccogliere le prenotazioni per la cena in piazza).

L'opposizione di centrosinistra, alla vista delle locandine, ha scatenato la polemica: com'è possibile che il sindaco non sappia chi è Musitano? Errante ha replicato di non avere mai avuto contatti con Musitano né di avere mai saputo che c'entrasse qualcosa, fino alla stampa dei manifesti. E ha prodotto le carte, dove si evince che nelle richieste di patrocinio quel nome non compariva mai. La frittata era però fatta e si è arrivati al consiglio comunale del 20 ottobre. Dove, improvvisamente, lo scenario è mutato, perché i due consiglieri comunali di opposizione Maria Ferrucci e Roberto Masiero sono stati ripetutamente interrotti da alcune persone tra il pubblico con intimidazioni e minacce (anche di morte). Tutti i giornali d'Italia hanno riportato che la 'ndrangheta era entrata nell'aula consiliare di Corsico.

La seduta del 20 ottobre è stata surreale. A fronte dell'accusa politica, rivolta al sindaco, di non essere stato abbastanza "attento", diversi consiglieri comunali di maggioranza sono intervenuti per difendere l'onorabilità della Calabria e dei calabresi oppure per rimarcare che in un albero pieno di "mele marce" non è detto che non vi sia qualche "mela buona". E anche dopo le minacce subìte da Ferrucci e Masiero, lì per lì nessun esponente della maggioranza ha solidarizzato con loro durante la seduta.


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