Politica

Città metropolitana, Gandolfi (Idv): "Umiliante per piccoli comuni"

Il consigliere provinciale contro il sistema dei "pesi" con cui verrebbe ponderato il voto dei rappresentanti dei singoli comuni

Milano (Finding Neverland, Instagram)

La città metropolitana continua a fare discutere: dopo l'accusa del sindaco e del presidente del consiglio comunale di Peschiera Borromeo, che hanno affermato a chiare lettere di non voler diventare "periferia di Milano", ora Luca Gandolfi (consigliere provinciale dell'Italia dei Valori) fornisce qualche dato e commenta che si tratta di una "riforma demenziale".

La critica principale resta sempre la stessa: sparisce l'elezione diretta del "sindaco metropolitano" e del "consiglio metropolitano". Ma Gandolfi va oltre e paventa il rischio che città metropolitana e provincia coesistano. "Se un terzo dei comuni non aderisce, come prevede il Ddl Delrio, la provincia rimane in vita per questi comuni. Sarebbe aberrante: due enti sullo stesso territorio, con le stesse funzioni, ma con risorse dimezzate, non più scelte dai cittadini".

PICCOLI COMUNI PENALIZZATI - Per Gandolfi i piccoli comuni sarebbero pesantemente penalizzati quando si tratterà - in sede di città metropolitana - di votare sulle singole scelte e i singoli provvedimenti. Il rappresentante di ogni comune avrebbe infatti a disposizione un voto "ponderato" sul numero degli abitanti. Ma per Gandolfi questo "peso" è stato assegnato in modo "umiliante" per i comuni sotto i 30 mila abitanti.

Ecco le cifre: il "peso" del comune capoluogo è di 8,376, mentre il "peso" dei quindici comuni tra i 30 mila e i 100 mila abitanti è di 0,522. Il "peso" dei quarantatré comuni tra i 10 mila e i 30 mila abitanti è di 0,293. Il "peso" dei trentotto comuni tra i 5 mila e i 10 mila abitanti è di 0,164. Il "peso dei ventisei comuni tra i 3 mila e i 5 mila abitanti è di 0,090. Infine il "peso" degli ultimi undici comuni è di 0,047.


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