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Sconfessare il carcere. Un confronto con Gherardo Colombo

"Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni"
Fedor Dostoevskij

Chiedersi quali benefici apporti il carcere alla società libera è una questione d'attualità che, stando ai numeri, porta a dubitare dell'efficacia di tale strumento nei confronti di chi, pur avendo sbagliato, ha diritto a un percorso di riavvicinamento da parte delle istituzioni.
Chiederemo all'ex-magistrato di tangentopoli e altre fondamentali inchieste se il carcere possa mai superare una visione divisoria e incurante, che almeno in Italia non ha dato frutti - mentre all'estero la mediazione e il senso d'umanità s'impongono.
Dopo le prime domande ci sarà il tempo per il pubblico di porre le proprie, così da ampliare i punti di vista e compiere ulteriori passi verso la compartecipazione che speriamo possa rendere migliore la nostra società.
Il carcere funziona? Perché è invocato come panacea?

L'ospite: Gherardo Colombo è stato fra i più noti magistrati d'Italia, protagonista - senza protagonismi - di vicende giudiziarie, mediatiche e politiche che lo hanno portato a ripensare gli strumenti della giustizia. Non più l'estrema ratio del processo come rimedio naturale alla criminalità, bensì la necessità di più educazione civica nelle scuole, di cui si occupa da anni, nella speranza di formare una società "orizzontale". Inoltre, un'ideale di processo e pena non vendicativo, bensì finalizzato, se non al perdono, almeno alla comprensione.


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