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Tele e disegni coloratissimi: la mostra su Ralph Rumney, 'L'English man di Milano'

Opera di Rumney

Ralph Rumney diventa protagonista di una mostra a Casa Boschi Di Stefano, fino al 5 gennaio. In esposizione oltre 70 opere, tra dipinti e documenti d'archivio. 

Ad aspettare i visitatori un percorso geografico e cronologico che ricostruisce l’attività in Italia dell’artista inglese protagonista dell’Internazionale Situazionista cui la mostra dedica un focus.

L’esposizione, a cura di Elena Di Raddo, parte dalla straordinaria raccolta dei coniugi Boschi di Stefano caratterizzata dalla loro passione per avventure artistiche nuove e all’avanguardia. La presenza, infatti, di alcune opere dell’artista inglese Ralph Rumney (1934-2002) costituisce un curioso caso all’interno del percorso espositivo della Casa museo e allo stesso tempo rivela l’attenzione alle novità e la felice intuizione collezionistica dei coniugi che si fecero veri e propri mecenati del giovane artista.

Proprio dal 'salotto' dei Boschi di Stefano nasce la mostra monografica, con prestiti di livello internazionale, allestita presso gli spazi della ex Scuola di Ceramica 'Jan 15' al piano terra della palazzina. L’esposizione ricostruisce l’attività di Rumney in Italia a partire dal primo viaggio italiano nel 1955 a Trieste e il soggiorno a Milano, tra il 1956 e il 1957 che – racconta l’artista nel suo libro intervista Consul - “allora aveva la stessa attrattiva di New York”.

Nei locali frequentati dagli artisti, come il famoso Bar Jamaica, Rumney fece conoscenza dei maggiori protagonisti della scena artistica del tempo: Lucio Fontana, Yves Klein, Piero Manzoni, Asger Jorn ed Enrico Baj con il quale instaurò un felice rapporto di stima e di amicizia. Rumney è stato uno dei protagonisti del Lettrismo e dell’Internazionale Situazionista, gruppi che alla fine degli anni Cinquanta hanno contribuito a scardinare le regole dell’arte con l’intento di avvicinarla alla vita. La sua breve, ma intensa presenza a Milano e in altre città italiane, lo vide partecipe di una stagione vivace sia creativamente che intellettualmente. A Milano, infatti, presero avvio i contatti con il Movimento Nucleare e il Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, che lo avrebbero portato nell’autunno del 1957 a essere uno dei fondatori a Cosio di Arroscia del Movimento Internazionale Situazionista.


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