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"Broken Nature", una mostra sui legami tra uomini ed ambiente: dal 1 marzo al 1 settembre in Triennale

Dal 1 marzo al 1 settembre in Triennale arriva la mostra Broken Nature, un’indagine approfondita sui legami che uniscono gli uomini all’ambiente naturale, che nel corso degli anni sono stati profondamente compromessi, a volte completamente distrutti.

La XXII Triennale di Milano, analizzando vari progetti di architettura e design, esplorerà per l'occasione il concetto di design ricostituente mettendo in luce oggetti e strategie, su diverse scale, che reinterpretano il rapporto tra gli esseri umani e il contesto in cui vivono.

La mostra

La mostra tematica comprende una selezione di un centinaio di progetti degli ultimi tre decenni, esempi di design, architettura e arte ricostituente provenienti da tutto il mondo. Tra di essi, "Broken Nature" ospita installazioni e oggetti nuovi – come Transitory Yarn di Alexandra Fruhstorfer, Nuka-doko di Dominique Chen e Whale Song di Google Brain – accanto a pietre miliari come l’Hippo Roller di Pettie Petzer e Johan Jonker, il progetto residenziale Quinta Monroy di Elemental, le 100 sedie in 100 giorni di Martino Gamper, ed Eyewriter low-cost di Zach Lieberman (e altri), un sistema open source di tracciamento oculare.

Questi progetti, che hanno svolto un ruolo essenziale nella storia e nell’avanzamento del design, hanno esercitato in alcuni casi un impatto memorabile sulla società e sull'approccio degli esseri umani nei confronti del mondo che li circonda. Per la prima volta vengono inseriti in un unico dialogo e in un unico spazio, svelando il potenziale del design come catalizzatore di cambiamenti sociali e comportamentali.

L'esposizione include anche alcuni lavori commissionati appositamente ad Accurat, Formafantasma, Neri Oxman e Sigil Collective.

Maggiori dettagli sul sito www.brokennature.org.


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