Eventi

Liberi i clochard di Mao - Mostra personale

#DATE
dal 12 al 27 Gennaio 2018
Vernissage Venerdì 12 Gennaio 2018
Key Gallery, via Borsieri 12 Milano

#WHO
Mostra personale di Mao (Maurizio Rigamonti) a cura di Paolo Savardi

#ABOUT
LA STRADA RENDE LIBERI?
Chi ne conosce l’opera sa che tutta la sua produzione artistica si articola in cicli tematici di ampio respiro, come in questo ciclo di ritratti che non a caso partono da un non ritratto - la rappresentazione di un albero spoglio in apparenza inerte, eppure vivo e pulsante nei suoi reticoli di rami e radici, incarnazione della stessa convergente prospettiva promanata dai ritratti veri e propri, che sono il corpus centrale della mostra.
Indagare la condizione dei clochard, i senza dimora che popolano le nostre città e lambiscono ogni giorno le nostre vite, è forse il punto di partenza della ricerca di Mao, in sintonia con la sua visione della società e della naturale empatia che prova verso gli “ultimi”; ma il significato del suo lavoro travalica la mera rappresentazione di un umanità in cui l’esclusione sociale esplode sui volti, come se ogni giorno trascorso sulla strada incidesse indelebili e urlanti cicatrici . Il valore, intrinseco e originale di queste opere, non è da ricercare nell’istintiva riflessione che inducono riguardo la condizione dei personaggi ritratti, quasi critica sociale – tra le tante- all’iniquità che pure abita questo nostro tempo; bensì un lavoro che vuole andare oltre ciò che i nostri occhi, disincantati dall’abitudine, scorgono ogni giorno. Ad una prima visione - nel loro insieme- i personaggi ritratti paiono gli interpreti di una rappresentazione di vinti, cantori di un coro dissonante e stonato, componenti inutili ed inutilizzati di un meccanismo in movimento e chiuso in sé. Volti che portano inciso l’affanno della quotidianità e rughe come fratture, espressioni come movimenti tellurici, emozioni come fiumi carsici che esistono nel profondo e muovono in un dominio nascosto, in apparenza volti di naufraghi senza speranza di approdo. Ma è negli sguardi che l’artista riesce a cogliere il senso profondo di questa umanità marginalizzata, il vissuto che può apparire – ai più- come scoria e relitto di vite destrutturate. Mao ci restituisce, rielaborate dal medium artistico, sguardi di sognatori, di disperati, di poeti, di santi, a volte di rissosi, ma ognuno di questi (sguardi) origina un proprio senso di libertà, come se la strada , proscenio di questa dura commedia umana, avesse dato profondità e spessore ad un copione altrimenti già letto.
Protagonisti di un mondo “altro”, che non vorremmo mai vivere, ci vengono incontro, come gli attori di una indesiderata distopia. Il lavoro e il percorso dell’artista conchiude il cerchio, riportandoci all’albero iniziale entro il quale tutti questi volti trasmutano e divengono corteccia, rami contorti, radici come vene ed arterie, materia screziata da minimi bagliori di luce.
La strada rende liberi? Non c’è risposta univoca o consolatoria a questa domanda ma il lavoro dell’artista , insinuando in noi il seme del dubbio, può dirsi compiuto.


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