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L'arte contemporanea alla ricerca di un nuovo linguaggio

Sabato 12 settembre alle ore 17,30 si inaugura la nuova mostra collettiva “L’ARTE CONTEMPORANEA ALLA RICERCA DI UN NUOVO LINGUAGGIO”.

Con questa mostra, riparte la stagione artistica del Centro Culturale Artistico Click Art per il 2020/21.
Il titolo della mostra, non a caso, riprende quello del ricco catalogo recentemente pubblicato da Click Art. Esso comprende una significativa selezione delle opere di dodici artisti che hanno collaborato nelle iniziative espositive organizzate dal Centro Culturale. Artisti che proprio per la loro diversità di stile e linguaggio offrono un interessante compendio dell'arte contemporanea italiana.
Piuttosto che riportare per ognuno di loro un commento, rimandiamo al catalogo che contiene una ampia nota critico-biografica.
Ciò che accomuna questi artisti è l'impegno a mettersi costantemente in gioco e a cercare nuovi percorsi, pur mantenendo la propria inconfondibile originalità. Non si tratta di un circolo per pochi adepti. Anzi essendo lo spirito del Centro Culturale Artistico Click Art proprio quello di aprirsi alla realtà in tutta la sua complessità, il progetto è quello di coinvolgere sempre nuovi artisti impegnati a portare avanti un confronto attivo con il pubblico.

In questa collettiva sono presenti anche artisti non inseriti nel suddetto catalogo che comunque hanno condiviso la logica del Centro Culturale Artistico.
Altri artisti si aggiungeranno nei prossimi eventi espositivi, con personali e collettive, a dimostrazione della volontà di dare spazio all'arte contemporanea nelle sue molteplici e affascinanti dimensioni.

Le mostre saranno accompagnate, durante il vernissage, da una presentazione del presidente Luigi Profeta e da Paolo Avanzi, in qualità di critico.


Artisti in esposizione nella collettiva:

Luigi Franco, Marco Ghezzi, Michele Sliepcevich, Pietro Messina, Camelia Rostom, Liliana Fumagalli, Susanna Maccari, Fiorella Immorlica, Gianmaria Lafranconi, Luigi Profeta, Raffaella Quitadamo, Giovanna Mancuso, Eddi Pettenò


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