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Identità a confronto

Sabato 26 ottobre presso il centro culturale artistico Click Art, tra corti cortili e palazzi del 1600, nel centro storico di Cormano, si inaugura la collettiva "Identità a confronto” di: Luigi Franco, Luigi Profeta, Michele Sliepcevich.
Appena rientrati dalla mostra "Pintors de la LLombardia" svoltasi nel castello museo di Calonge in Catalunya, Spagna, con altri cinque artisti (Cristiano Plicato, Giancarlo Curone, Jean Pierre Stretti, Maria Bernadette Cecchin, e Laura Frigerio, con testo critico di Maria Luigia Lattanzi), frutto del lavoro di scelta e selezione di Cristiano Plicato, pittore e curatore del museo Giuseppe Scalvini presso la villa Tittoni a Desio, si è rivelata per gli artisti un grande successo, di pubblico e critica.
I tre artisti in questione, in questa mostra propongono vecchi e nuovi lavori, e si interrogano sul futuro, confrontandosi sulla tela, a colpi di pennello e spatola. I lavori dei tre artisti, sono molto differenti, sia nell'uso dei colori, che nella tecnica. Michele Sliepcevich, indaga il mondo che lo circonda, con colori forti puri, dove grandi campiture di azzurro, viola, o giallo, circondano volti e figure da lui immaginati, frutto della sua fantasia e vissuto personale. Luigi Franco, artista poliedrico, riesce a farci percepire un'atmosfera fiabesca, tramite l'uso del colore, sapientemente miscelato sulla tavolozza (usa solo i colori primari), riesce a ottenere infinite sfumature, anche se predilige i colori verdi e tutte le sue sfumature e cromie. Luigi Profeta, indaga il proprio inconscio, tra antiche memorie, tra l'ordine e il caos, tra la luce e la tenebra, "scolpendo" la materia, come a cercare un qualcosa che ancora si nasconde nel suo io profondo, nel tentativo di far emergere il proprio vissuto.

Luigi Franco, nasce a Sesto San Giovanni nel 1968, vive attualmente a Cinisello Balsamo in provincia di Milano. fin dalla prima infanzia, ha manifestato la passione per il disegno e la pittura, orientando così gli studi verso il liceo artistico, conseguendo il Diploma di maturità artistica. Così descrive Luigi Franco, il critico Maria Luigia Lattanzi. Lieve soffio dell’anima, luce dell’alba all’orizzonte, il sole oltre la bruma, il ghiaccio sul parabrezza che si scioglie ai primi tenui raggi di mattini primaverili. Crepitii di foglie secche sotto i piedi passeggiando nei viali milanesi d’autunno. Colore e calore sovrapposto. Inverno, freddo e malinconico. Stile ed eleganza dei tratti e delle cromature. La materia si plasma e sfuma fra le mani a coglierne l’essenzialità del messaggio. Luce che emerge dall’uragano che ti inghiotte nel centro del vortice. La quiete dopo la tempesta che placa gli animi. Aurora boreale che incendia cieli notturni , tingendoli di colori che rievocano paesaggi mitici.


Luigi Profeta, nasce a Milano il 13 luglio 1969. Fin da piccolo sviluppa una naturale propensione verso l’arte, che già in tenera età lo porta a cimentarsi in piccole costruzioni di legno. Un richiamo più verso la scultura, che non verso la pittura e non a caso, le sue opere sono un perfetto connubio tra le due arti. Influenzato da artisti come Kandinsky, dal suo rigore geometrico e compositivo, le sue opere sono delle pittosculture, attentamente studiate e meditate, che celano, tra forme e colori, l’animo dell’artista. Attualmente Luigi Profeta vive e lavora a Cormano, dove dipinge e gestisce il centro culturale Click Art.
In Lui la materia, la terra , l’aria satura, il fumo, le colature, le crepe nel muro, il filo da suture per chiudere ferite circoscritte, segnate ed evidenziate. Offese alla terra, all’io, al tempo alla storia, fuori dallo spazio, fuori dal cerchio per osare, per uscire da stereotipi e condizionamenti, spatola che aggiunge, salda, unisce. Ma anche messaggi affrancati, provenienti da un passato neanche tanto lontano, strappati per carpirne i segreti da condividere con uomini e donne resilienti. Istantanee, polaroid di un’epoca in cui nulla era dato per scontato, dove la più piccola conquista aveva il gusto amaro della bocca riarsa, dove assaporata la polvere ci si rialzava sempre, ammaccati ma dritti in avanti comunque. #Maria Luigia Lattanzi#

….Il suo comporre è sempre calibrato, ordinato e razionale - anche quando gli spazi appaiono gremiti di grovigli filiformi - basandosi sulla dialettica tra forme e sostanze diverse, sull’alternanza di forme geometriche, e superfici piatte e monocrome, su cui elementi tessili giocano spesso di contrasto. Profeta rivela sapienza costruttiva negli accostamenti, dando vita a tensioni tra ordine e caos, tra istinto e ragione, dove anche parole e numeri diventano le tracce simboliche di un percorso laborioso e introspettivo, che si rivela nella testimonianza esplicitamente narrativa delle sue titolazioni. Le forme in cui si declina il suo percorso artistico ricordano le architetture primarie di certe costruzioni giocattolo, anche se qui nulla fa pensare a un intento ludico, né tanto meno al ritrovamento di un tempo perduto. Si tratta piuttosto di una ricognizione sulle origini della forma, e sulla purezza delle geometrie euclidee. Partendo da questo dato, diventa chiaro, sul piano metaforico dell’avvertimento esistenziale, il senso di queste opere e la potenzialità comunicativa del loro messaggio : la ragione geometrica che si traduce in forma, materia e colore, è il filo d’Arianna capace di eludere le insidie dei labirinti dell’inconscio. #Dott. Paolo Levi#


Michele Sliepcevich, nasce a Milano nel 1967. Attualmente vive e dipinge a Rho vicino a Milano.
Terminati gli studi grafici ha iniziato a lavorare nel mondo della carta stampata in ambito internazionale. L’esperienza professionale gli ha consentito di approfondire la conoscenza del colore e del linguaggio grafico.
Gli studi universitari in relazioni pubbliche gli hanno permesso di apprendere i principi fondamentali della comunicazione. L’attività pittorica è stata costantemente presente sin dagli anni giovanili. Espone in Italia e all’estero. La forza del colore, della movimentazione psichica, semi piantati nella terra feconda per permettere una rinascita interiore che esplode con forza, luce, potenza del segno, dimensione emozionale. Energia che avvolge e rigenera, ipnotico sguardo che spazza come tramontana e abbraccia nel contempo come brezza marina. Turbamento misto a Freddezza, impassibilità, imperturbabilità. L’uomo ridotto all’essenziale: l’ombra scarna di se stesso di fronte al vigore del colore. La notte accoglie nel suo abbraccio, i bagliori dell’alba, mentre l’uomo celato nell’ombra rimane a guardare impotente. #Maria Luigia Lattanzi#


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