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Francesca Rossi - Art is the weapon

Caratterizzati da un’ironia pungente e irriverente, i collage digitali di Francesca Rossi, colpiscono da subito per la loro inquietante bellezza ed estetica retrò. Gli universi ideati dall’artista esortano lo spettatore a riflettere sulla sua esistenza con annesse tutte le paure che caratterizzano la contemporaneità.
Rossi da vita a mondi che non esistono ancora, o forse si, perché se ad una prima lettura questi lavori sembrano volerci trasportare in distopie o visioni utopiche, ad un’analisi più accurata, comprendiamo che gli universi che ci troviamo davanti sono definiti da stereotipi, costrizioni sociali, libertà negate, manipolazione mentale e molti altri demoni della nostra società.

La figura umana, spesso ignara del suo tragico destino e persa nelle contraddizioni quotidiane, è centrale nelle opere dell’artista. In tutte e quattro le serie in mostra, i protagonisti della scena devono fare i conti con situazioni estreme ed esagerate; spiazzati dalle loro provocazioni controverse, ciò nonostante avvertiamo queste storie curiosamente familiari.

È seducente quanto destabilizzante trovarsi di fronte ai mondi quasi totalmente in bianco e nero creati dall’artista che, fin da giovanissima, ha sempre visto l’arte come un mezzo per una continua introspezione del mondo, non a caso le è cara la frase ART IS THE WEAPON. L’arte per Francesca Rossi è portatrice di critica, un mezzo per parlare del presene. Il termine più adatto per esprimere questo tipo di tensione artistica è sicuramente “Artivism”,che in italiano tradurremmo come“Artivismo”, due vocaboli che sembrano essere nati per convivere.
Nelle opere dell’artista l’arte diventa così un’incredibile cassa di risonanza per porre l’attenzione sui problemi contemporanei e per far riflettere sulla condizione umana.


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