Eventi

Festival del film documentario sovietico: a Milano il 19 settembre

La cinematografia contemporanea sempre più spesso si rivolge al film documentario, attingendo ai suoi mezzi stilistici e tecnici anche nel cinema di finzione. Negli ultimi anni è cresciuto notevolmente l'interesse del pubblico per il genere documentario. Protagonisti indiscussi sono i primi registi sovietici che hanno contribuito in maniera determinante alla storia del cinema nell'attribuire al documento impresso sulla pellicola un valore artistico fondamentale. Il programma presenta cortometraggi di registi, i cui nomi occupano il palmares della cinematografia sovietica. La scelta non è stata casuale poiché ripercorre in una breve finestra temporale l'evoluzione del genere, le diverse cifre stilistiche e i cambiamenti storico sociali. Il programma si apre con le prime sperimentazioni dell'animazione di Dziga Vertov nel 1924 e si chiude alle soglie della perestrojka con i due corti del regista ucraino Sergey Bukovsky. A rappresentare il periodo iniziale del cinema documentario sono due lavori: il poetico "Giocattoli sovietici" di Dziga Vertov, uno dei fondatori del genere che sperimenta le tecniche che rivoluzionarono la cinematografia mondiale - e "Sinfonia del petrolio" di Boris Pumpyansky, del 1933; importante sia dal punto di vista artistico sia per la puntuale descrizione dell'epoca. Sul finire degli anni '20 la forma artistica diviene non meno importante del contenuto ed è così che si giunge alla poeticizzazione di temi come la produzione e il lavoro che sono i tratti caratterizzanti della nuova società sovietica postindustriale. Il corto "La Danza" rappresenta un esperimento unico nel suo genere che testimonia le nuove possibilità di fare cinema, seppure realizzato 1945 in un Paese indebolito dalla seconda guerra mondiale. "Look at the face" di Pavel Kogan e Peter Mostovoy, esponenti della scuola leningradese, ci introduce in una fase successiva, l' attenzione degli autori non è più rivolta alla comunità ma all'individuo. Boris Galanter, rappresentante della scuola di Sverdlovsk, con i suoi film insiste sull'aspetto intimo e personale, marcando il senso di libertà che mancava alla società e fu probabilmente proprio questo senso di libertà che "fiutarono" i burocrati della censura quando vietarono i suoi film. "La vita in 10 minuti" di Herz Frank cambiò radicalmente il cinema documentario sovietico dimostrando che in 10 minuti sullo schermo possono trovare spazio tanti significati ed emozioni, e che questo piccolo frammento di vita, girato in un'unica sequenza, può anche essere incredibilmente interessante. Nel 2002 alcuni registi contemporanei hanno ripetuto l'esperimento girando esattamente in dieci minuti un documentario in cui ciascuno di loro esprimeva la sua personale percezione. Dall'esperimento sono stati poi realizzati due cortometraggi. Sergei Bukovsky è un regista ucraino, i suoi cortometraggi a chiusura del programma sono simbolici: girati al confine tra due epoche storiche, a cavallo fra un paese che stava scomparendo e uno che nasceva. "Domani è festa" è stato girato nel 1987, pochi anni prima della caduta dell'Unione Sovietica e "Dislocazione" realizzato invece nel 1992 quando ormai l'Unione sovietica non esisteva più.


Si parla di