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Cultura

Il 9 novembre Ivan Segreto in concerto al Blue Note

Il tempio del jazz milanese ospita il famoso artista siciliano con il suo nuovo album “Integra”

Torna il 9 novembre al Blue Note, lo storico locale milanese, il cantautore e pianista Ivan Segreto. L’artista, a distanza di circa 2 anni dalla sua ultima esibizione a Milano si ripresenta davanti al pubblico meneghino con “Integra”, il suo ultimo lavoro. Sul palco sarà accompagnato da Roberto Pistolesi, versatile batterista ampiamente apprezzato sulla scena jazzistica italiana ed internazionale. Ecco cosa Ivan Segreto ha raccontato in esclusiva a Milano Today.

  1. Il prossimo 9 novembre sarà al Blue Note di Milano. Ci può dare qualche anticipazione riguardo la sua esibizione?

Il concerto sarà legato all’estetica jazz in quanto il posto si presta a questo tipo di esibizione. Io, oltre a cantare, suonerò diverse tipologie di tastiere e Roberto Pistolesi mi accompagnerà alla batteria. Proporremo diversi bravi, alcuni tratti da “Integra”, il mio ultimo album, altri da quelli precedenti come “Ampia” e “Chiaro”.
La musica che porto avanti ha un po’ rotto gli argini del jazz, si è contagiata, si è contaminata, dal pubblico del Blue Note mi aspetto quindi che abbia voglia di condividere insieme a me questo nuovo cammino artistico.

  1. Secondo lei c’è ancora spazio per il jazz a Milano?

Se il jazz non ha la forza di reiventarsi rimane una lingua morta. La musica è molto legata al fare, credo che abbia un aspetto esperienziale molto importante. Oggi i musicisti hanno molti impegni e fanno fatica ad incontrarsi e quindi il viene meno una delle basi stesse del jazz che consiste proprio nella condivisione. A Milano, cosi come in tutto il resto d’Italia, il jazz sta soffrendo. Noi artisti insieme dobbiamo quindi cercare sempre di più di coinvolgere il pubblico.

  1. Ci parli del suo ultimo lavoro: “Integra”.

“Integra” nasce da alcune esperienze che ho vissuto negli ultimi due anni e che sono legate ad alcune pratiche meditative e terapeutiche, come per esempio quella della pranoterapia. Queste esperienze hanno condizionato molto la mia scrittura, il brano che le rappresenta di più è “nUOVO”:  dopo essermi avvicinato a queste pratiche sono infatti diventato un persona nuova, sono quasi rinato. Questo lavoro è inoltre una naturale evoluzione del mio percorso in musica. Di fatto ho voluto sintetizzarvi dentro le mie attitudini elettroniche. Al jazz ho accostato il funk, la contemporanea al rock e al processo di manipolazione timbrica elettronica ho aggiunto delle intere sessioni di musica concreta.

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