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"Infrastrutture e competitività: le vie del futuro", convegno a Milano

Per l’Europarlamentare Stefano Maullu, ex amministratore delegato di TEEM, la Tangenziale Est Esterna di Milano, il tema delle infrastrutture strategiche è sempre stato cruciale, specialmente per le ricadute positive in termini di lavoro, ricchezza e competitività per i territori

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Investire nelle grandi opere e nello sviluppo del sistema infrastrutturale italiano, al giorno d’oggi, significa garantire un solido futuro alle imprese italiane, ai tessuti produttivi del territorio, favorendo nel contempo anche il rilancio economico dell’Italia. Di tutto ciò sono ben consapevoli l’associazione Altero Matteoli e l’Eurodeputato Stefano Maullu (Fratelli d'Italia), che venerdì 22 febbraio organizzano un interessante convegno intitolato “Infrastrutture e competitività: le vie del futuro”, ospitato all’interno del Palazzo delle Stelline di Milano dalle 17.30 in avanti. Per l’Europarlamentare Stefano Maullu, ex amministratore delegato di TEEM, la Tangenziale Est Esterna di Milano, il tema delle infrastrutture strategiche è sempre stato cruciale, specialmente per le ricadute positive in termini di lavoro, ricchezza e competitività per i territori. Oltre all’Eurodeputato di Fratelli d’Italia, al convegno prenderanno parte anche Mino Giachino, promotore di diverse iniziative a sostegno della Tav, e Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, al quale è stata affidata l’apertura dei lavori. “In Italia, al momento, le opere pubbliche bloccate sono quasi 300, e negli ultimi mesi si è deciso di non utilizzare i 20 miliardi di euro per le infrastrutture già in corso di realizzazione.

Abbiamo organizzato questo convegno con un obiettivo ben preciso: focalizzare l’attenzione sul tema delle infrastrutture e delle grandi opere, sul loro ruolo strategico per la crescita dei territori e per lo sviluppo di tutto il Paese – dichiara l’Europarlamentare Stefano Maullu; - In una fase storica caratterizzata dal rallentamento dell’economia, la realizzazione delle grandi opere strategiche non è soltanto opportuna, è anche indispensabile. La Tav, ad esempio, è un’opera da completare rapidamente, senza nessuna esitazione, perché porterebbe con sé immensi benefici per il Nord Ovest e per tutta l’Italia. Nel solo Piemonte, le piccole imprese favorevoli alla realizzazione delle infrastrutture strategiche sono più di 80mila, una vera enormità. Un’infrastruttura come la Tav – prosegue Maullu - non porterebbe grossi vantaggi soltanto alle imprese, ma anche all’economia e al commercio.

Una volta operativa, l’alta velocità renderà possibile la riduzione dei tempi di percorrenza dei treni merci e il raddoppio della capacità di carico dei locomotori, che passerebbe da 650 a 2mila tonnellate. Ciò significa più ricchezza, più lavoro e più sviluppo per i nostri territori. Anche i sistemi infrastrutturali di Liguria e Lombardia devono essere assolutamente sviluppati: lo stato di avanzamento di opere cruciali come il Terzo Valico o la Brescia-Verona, purtroppo, risulta ancora in costante rallentamento, con gravi conseguenze soprattutto per le imprese e i produttori del territorio. In Lombardia, la recente pubblicazione dei dati riguardanti i transiti di Brebemi – saliti del 151% - dimostra efficacemente che la regione è sulla strada giusta, e che con il completamento della Pedemontana sarà ancora più competitiva”. Oltre a Fontana, Giachino e Maullu, al convegno interverranno anche Ercole Incalza, ex dirigente del Ministero delle Infrastrutture, l’ex viceministro Roberto Castelli e due rappresentanti dell’associazione Altero Matteoli, Fabio Dadati ed Emilio Brogi (il presidente dell’associazione). Un particolare focus sarà dedicato alla Tav, sulla quale si sta tuttora consumando un acceso confronto politico tra chi la sostiene apertamente e chi invece la ritiene completamente inutile, come i Cinque Stelle. “Per quel che riguarda la Tav – continua Maullu - l’analisi costi-benefici non tiene in alcuna considerazione gli immensi benefici dell’opera, ed è stata compilata con una superficialità addirittura clamorosa. È davvero sbalorditivo che qualcuno possa opporsi alla Tav, a un’opera che porterebbe con sé 55mila posti di lavoro. Per il rilancio dell’Italia bisogna investire di più nelle infrastrutture e nelle grandi opere, proprio come succede nei grandi Paesi europei.

Basti pensare alla Germania, che ha recentemente approvato un programma di investimenti infrastrutturali da quasi 300 miliardi di euro, o alla Spagna, che per le infrastrutture spende circa 40 miliardi all’anno. Con tutte le polemiche sullo sviluppo dei sistemi infrastrutturali, il nostro Paese potrebbe anche perdere ben 4.3 miliardi di finanziamenti europei destinati alla realizzazione delle opere, il che sarebbe del tutto inaccettabile. Gli investimenti nelle infrastrutture devono essere sbloccati subito, perché non è concepibile che più del 40% dei progetti infrastrutturali del Nord Ovest sia ancora fermo. L’Italia è ancora paralizzata, e i ritardi nell’avanzamento delle infrastrutture costano carissimo: circa 13 miliardi soltanto nel Nord Ovest, per non parlare della possibilità di polverizzare 420mila posti di lavoro. In un’epoca in cui l’Italia ha un assoluto bisogno di crescere, la soluzione è soltanto una: puntare tutto sulla realizzazione delle infrastrutture e delle grandi opere, ossia sulle vie del futuro”.


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