Economia

Il testamento di Caprotti: lascia il controllo di Esselunga alla moglie e alla figlia minore

Il fondatore del noto supermercato si ricorda anche della sua storica segretaria

Caprotti

C'era grande attesa per conoscere il testamento di Bernardo Caprotti (la vita), il patron di Esselunga scomparso venerdì.

Ebbene, il Dottor Caprotti ha lasciato il controllo di Supermarkets italiani - Esselunga - alla moglie Giuliana Albera e alla figlia Marina, che dispongono ora del 66,7 percento della società, grazie alla quota del 25 percento di cui poteva disporre il fondatore e che ha loro ceduto.

Lo si apprende al termine dell'incontro presso lo studio Marchetti a Milano a cui ha partecipato anche il figlio del fondatore di Esselunga Giuseppe Caprotti. A Giuseppe e Violetta, figli del primo matrimonio e con i quali in passato c'erano stati diversi momenti di rottura, Caprotti lascia - per legge - il 16,6 percento ciascuno. 

CAPROTTI SI RICORDA ANCHE DELLA STORICA SEGRETARIA

L'Azienda di famiglia - chiusa in segno di lutto il giorno del funerali - vanta ricavi di 7,3 miliardi.

All'amica e segretaria di sempre, Germana Chiodi, vanno il 50 percento dei risparmi di una vita, depositati su un conto corrente. L'altra metà sarà divisa tra i cinque nipoti, tre figli del figlio Giuseppe e due figli del fratello.

"Faremo di tutto per salvaguardare il gruppo", ha detto dopo la lettura del testamento il Giuseppe Caprotti.  Alla domanda sui contenuti del testamento del fondatore di Esselunga, l'uomo si è allontanato senza rispondere.

PER CAPROTTI UNA PIAZZA A MILANO

Il consiglio comunale di Milano, non senza qualche polemica, ha approvato la richiesta di Forza Italia, presentata dal vice capogruppo Alessandro De Chirico, di intitolare una via o una piazza al fondatore di Esselunga. Da Palazzo Marino sono arrivati diciannove sì, con “Sinistra per Milano”, una parte di Pd e di Lista civica Sala che non hanno partecipato al voto. 

“È stato un imprenditore coraggioso che ha innovato il mondo della grande distribuzione commerciale partendo da Milano e dalla Lombardia”, si leggeva nel documento presentato da Forza Italia, con Mariastella Gelmini prima firmataria. 


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