Economia

Addizionale Irpef: a Milano l'aumento più alto negli ultimi anni

Fino al 2011 l'addizionale a Milano era pari a zero, oggi i milanesi pagano 143 euro per abitante

Tasse a Milano (foto Chenk H.M.)

Milano e Roma guidano la classifica italiana dell'addizionale comunale Irpef. Il dato, reso noto dal Corriere della Sera, proviene da elaborazioni del ministero dell'interno. Nata sul finire degli anni '90 come "prezzo" per determinati servizi, e direttamente correlato ad essi, di fatto l'addizionale Irpef si è trasformata in una sorta di tappa buchi, nel senso che se un'amministrazione comunale ha qualche problema di bilancio e di reperibilità delle risorse, può far leva su di essa per "salvarsi". 

Questo si è tradotto nella crescita dell'uso dell'addizionale da parte dei comuni italiani, sebbene l'addizionale si possa diminuire o addirittura azzerare. Sono ormai pochi i grandi comuni che non ce l'hanno. Così era Milano fino al 2011, poi il primo assessore al bilancio della giunta Pisapia (Bruno Tabacci) trovò che introdurre l'addizionale fosse l'unico sistema per "fare cassa" in quel momento di estrema difficoltà del bilancio comunale. L'introduzione fu molto "soft", tanto è vero che il gettito medio a Milano fu pari a 26 euro per abitante: schizzato però a 143 euro per abitante nel 2014, con la rimodulazione delle aliquote.

Meno che a Roma (154 euro per abitante), ma con aumento maggiore in termini percenutali: +450%, contro il +83% della capitale.

«La metà dei milanesi, il 53%, non paga neppure un euro», ribatte Francesca Balzani, vice sindaco e assessore al bilancio: «Nonostante i tagli ai trasferimenti statali, il comune di Milano è riuscito a mantenere la soglia d'esenzione dell'addizionale Irpef più alta d'Italia, 21 mila euro».


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