Alle 9 un passaggio obbligatorio in studio, poi le udienze in tribunale e di nuovo in studio fino alle 20. Almeno. Perché poi scatta una sorta di reperibilità non concordata: significa dover rispondere a mail e telefonate anche la sera. Per 7 anni questa è stata la routine di una giovane professionista milanese: 35 anni, avvocata, 2 bambini piccoli. Con la nascita del primo figlio, la scelta di rinunciare a uno stipendio che si basa sul numero di fatture e accettare un fisso, che però è molto più basso. L'inchiesta di Dossier sui redditi nella libere professioni a Milano
Caricamento in corso: attendi un istante...
Si è verificato un errore: prova ad aggiornare il tuo browser.
Prova ad aggiornare questa pagina | Gestisci il tuo abbonamento
Gestisci il tuo abbonamento
Gestisci il tuo abbonamento