Morti e infortuni sul lavoro: il dramma di chi resta
Si parla più spesso, anche se mai abbastanza, di morti sul lavoro. Quasi mai di chi ha subito un grave infortunio e deve convivere con questo trauma per sempre. Le storie di milanesi che ne pagano ancora le conseguenze
Irene Fassini
“Ho dovuto imparare a usare braccia e gambe a poco più di 20 anni. Di nuovo. Quando ti risvegli dopo una caduta di 13 metri - l’equivalente di un quarto piano da terra - è come se non ti appartenessero più”. Gambe e braccia servivano a tenere ben saldo sul ponteggio Amilcare, operaio elettricista di 47 anni. Stava facendo il suo lavoro. Poi una scivolata, forse per qualche secondo di distrazione, ha cambiato tutto. Aveva 25 anni