Cultura

Chiude la storica libreria Feltrinelli di via Manzoni: fu la seconda in Italia del gruppo

Aperta nel 1957 dopo quella di Pisa, la libreria ora chiude i battenti. I dipendenti saranno tutti ricollocati

La Feltrinelli di via Manzoni

Giangiacomo Feltrinelli fondò la casa editrice che porta il suo nome nel 1954; tre anni dopo aprì le prime librerie: Pisa e poi Milano in via Manzoni. Fin da subito il cliente può prendere da sé i libri dagli scaffali (una rarità all'epoca), e già all'epoca si sperimentano "cross-over" oggi abbastanza comuni: nel punto vendita romano viene installato un flipper. 

La notizia è che la libreria di via Manzoni è ora destinata a chiudere. E se ogni volta che una libreria chiude, la città perde qualcosa, nel caso della Feltrinelli Milano perde molto. A due passi dalla casa di via Andegari della famiglia, ha rappresentato un centro culturale ambizioso e importante per oltre sessant'anni. 

Ma il mondo cambia e le librerie devono stare al passo: del resto, la formula della libreria pura è già abbandonata da tempo. Se sul finire degli anni '50 bastava un flipper tra gli scaffali per far gridare (più che altro in negativo) alla novità, ora è raro trovare librerie che non siano anche almeno caffetterie. Il gruppo Feltrinelli stesso ne è un esempio: la catena "Red", con punti vendita aperti ex novo anche a Milano (Brera, Porta Garibaldi, City Life e tanti altri) è un misto di libri e bistrot.

La libreria di via Manzoni è (era) forse quella più simile al concetto tradizionale di libreria. A partire dai dipendenti che sanno sempre dare un consiglio utile a tutti i clienti. Particolarmente famoso, a Milano, il reparto giornali e riviste, con testate provenienti da tutto il mondo e anche piuttosto difficili da reperire in altri canali. 

I dipendenti ora saranno tutti ricollocati in altre librerie del gruppo; e comunque, per chi "bazzica" il centro di Milano, resta aperta la Feltrinelli di piazza del Duomo. Ma, come si diceva, la chiusura d'una libreria, peraltro storica, non è soltanto questione di nostalgia per pochi, ma una questione culturale per tutti.


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