Cronaca

Uber, "lo smartphone non si può assimilare ad un'autorimessa"

La decisione del tribunale di Milano, che "ribalta" una sentenza del giudice di pace

Uber: autista nei guai

Il tribunale di Milano ha ribaltato una sentenza del giudice di pace favorevole a un autista Uber "black", ovvero un regolare conducente con auto a noleggio. L'autista aveva preso un cliente non dall'autorimessa (come impone l'articolo 85 comma 4 del codice della strada) ma attraverso l'applicazione, direttamente da strada. 

Lo smartphone dell'autista non può essere assimilato alla rimessa e Uber non può essere assimiilata alla segreteria che passa le chiamate: questo il senso della pronuncia del tribunale. Così, la richiesta di trasporto trasmessa dall'utente tramite l'applicazione Uber è di fatto assimilabile ad un servizio di radio-taxi, che però gli autisti Uber non possono, attualmente, esercitare. La sentenza è del 6 luglio ed è stata resa nota da Pietro Gagliardi dell'Unione artigiani.


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