Cronaca

I finti agenti della Treccani che rubavano dati a centinaia di milanesi

Un giro da due milioni di euro è stato scoperto dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della guardia di finanza

Gli investigatori delle fiamme gialle

Una vera e propria organizzazione che vendeva 'l'oro nero' del nostro tempo, ovvero i dati personali profilati di persone ignare che mai avevano dato il proprio consenso, tra cui centinaia di milanesi. A sgominarla un'indagine condotta dai finanzieri dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche, coordinati dalla procura della Repubblica di Milano e, in particolare, dal pool guidato da Eugenio Fusco.

Diverse le perquisizioni condotte in diverse città d'Italia, tra cui la stessa Milano, dove alcune delle aziende coinvolte avevano la sede legale (pur essendo perlopiù attive a Caserta). Il gruppo, con modalità ancora da chiarire, aveva sottratto illecitamente i dati dai database dell'enciclopedia Treccani e di Editalia, azienda pubblica dedita alla vendita di opere d'arte e numismatica.

VIDEO: Violati i dati degli utenti Treccani

L'indagine si è però concentrata non tanto su questo furto iniziale ma sull'utilizzo che veniva fatto dei dati profilati: si trattava di persone potenzialmente interessate all'acquisto di opere d'arte e monete. I malviventi, fingendosi agenti della Treccani, contattavano i malcapitati cercando di ottenere un appuntamento a casa loro, spesso con la scusa di rivalutare le opere d’arte già in loro possesso, e così potergli vendere i propri prodotti, come quadri ed enciclopedie.

Gli investigatori hanno messo in luce anche un meccanismo che vedeva l'utilizzo di scatole di carta presenti a Londra e in Svizzera, aziende che vendevano dati personali già profilati, sempre gestite da italiani. Nel complesso è stato smascherato un ricco business: le transazioni registrate solo tra il 2020 e il 2021 ammontavano a 2 milioni di euro.

Oggetto del traffico illecito erano migliaia di generalità sottratte illecitamente che comprendevano numero di telefono e indirizzo di residenza di clienti ‘selezionati’ tra gli acquirenti di opere d’arte e numismatica di rinomate aziende del settore. Questi dati venivano puntualmente catalogati e commercializzati senza che le vittime sapessero nulla e servendosi delle 'società schermo', intestate a prestanome. Le normative a tutela dei dati personali dei consumatori in questo modo venivano totalmente eluse.

"I dati personali sono l’oro nero del nostro tempo - le parole del comandante del gruppo investigativo del nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche, il colonnello, Gianluca Berruti -. La loro protezione è un primario diritto civile da preservare adottando gli strumenti necessari a mantenere la loro integrità e riservatezza. L’indubbio valore economico dei dati profilati, impegna il corpo a prevenire e a contrastare le attività illecite estremamente lucrative che minano le garanzie dei cittadini e di tutti i consumatori".

Gli ideatori della frode sono stati identificati dalle fiamme gialle che hanno eseguito numerose perquisizioni nei loro confronti a Napoli, Caserta e Milano. Il giro d'affari legato alla vendita di quadri ed enciclopedie ammontava a centinaia di migliaia di euro. I fatti messi in luce durante l'attività d'indagine sono stati segnalati all'autorità garante per la protezione dei dati personali, a cui è stato richiesto l'avvio di un procedimento istruttorio propedeutico all'applicazione delle sanzioni previste.


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