Cronaca

Gli studenti detective che scoprono l'auto rubata nel parcheggio della scuola

La curiosità e l'occhio "allenato" per le macchine ha portato alcuni giovanissimi a rintracciare una vettura rubata da giorni parcheggiata davanti all'istituto e a riconsegnarla ai carabinieri. La storia

Immagine di repertorio - Foto Ansa

Di auto ne vedono tante tutti i giorni, in strada e tra i banchi mentre studiano per diventare meccanici. E forse è stato proprio questo occhio "clinico", da esperti, a far sì che quella Fiat 500 Abarth parcheggiata in via Monte Grappa, fuori dalla scuola, attirasse la loro attenzione. Ed è stato proprio grazie a questi studenti che il proprietario ha potuto ritrovare l'auto che gli era stata rubata da più di 10 giorni.

Tutto è iniziato per caso, tra una chiacchiera e l'altra prima del suono della campanella quando alcuni studenti della 5A dell'isitituto Enzo Ferrari di Monza - indirizzo AMT (Manutenzione Tecnica delle Auto) - hanno notato vicino a quella 500 che da qualche giorno vedevano ferma, nello stesso stallo, nel parcheggio davanti alla scuola, due persone che si sono avvicinate a bordo di una seconda auto e armeggiavano vicino al mezzo, senza però riuscire ad aprirlo. E così ha prevalso la curiosità e i ragazzi hanno consultato un'app scoprendo poi che quella vettura risultava rubata. E a quel punto, dopo aver coinvolto qualche docente e la preside, hanno segnalato il fatto ai carabinieri di Monza che si sono subito presentati a scuola. E quel veicolo effettivamente è risultato rubato: era stato portato via lo scorso 3 maggio da Gorgonzola (Milano) e da allora il proprietario non aveva più avuto notizie. Fino a che gli studenti non si sono trasformati in "detective".

L'indagine tra i banchi: gli studenti detective

Quel posto, forse scelto dai malintenzionati per depositare il veicolo e magari ritirarlo successivamente, lontano da occhi indiscreti, nel viavai dell'uscita da scuola dei ragazzi, si è rivelato il più sbagliato che potessero scegliere perchè non avevano fatto i conti con l'intuito degli studenti. I ragazzi hanno raccontato quanto avevano appena scoperto alla professoressa Arianna Moscarelli, la loro docente di inglese, e alla preside Valentina Soncini che si sono subito complimentate con loro per il senso di legalità dimostrato.

"Hanno notato quell'auto qualche giorno fa e tra loro si erano domandati chi l'avesse comprata, per curiosità. Ma poi hanno assistito a qualcosa di strano e hanno deciso di approfondire" racconta la professoressa Moscarelli. I fatti sono avvenuti nella mattinata di sabato 14 maggio e a scuola sono intervenuti i militari dell'Arma che hanno recuperato il mezzo e avviato le indagini.

"Sono molto orgogliosa di quello che hanno fatto i ragazzi" ha commentato la docente. "Come scuola abbiamo da sempre attivato percorsi di avvicinamento alla legalità che coinvolgono i nostri studenti ed è bello sapere che realmente i ragazzi poi si rendono cittadini attivi e si comportano da cittadini con la C maiuscola. Hanno fatto la cosa giusta, senza girarsi dall'altra parte".

I complimenti ai ragazzi sono arrivati anche dalla preside che si è mostrata soddisfatta per l'operato dei ragazzi. "Quanto accaduto ci fa capire che gli studenti hanno maturato un senso di cittadinanza attiva e responsabile anche grazie ai percorsi organizzati a scuola sui temi della giustizia riparativa e della legalità in città con percorsi elaborati dai docenti. È bello vedere che insegnare ai ragazzi ad avere uno sguardo nuovo sulla città produce anche una azione diversa e porta a prendere delle iniziative anche laddove invece ci si potrebbe girare dall'altra parte e farsi gli affari propri" ha spiegato la preside Valentina Soncini. "E invece diventa un passaggio indice di maturità. E i ragazzi sono venuti a dirmelo molto contenti. I giovani possono fare anche cose buone e possono accorgersi che si può fare anche del bene che fa bene e che educa. Anche noi adulti" ha concluso la preside.

"Perché se qualcuno si gira dall'altra parte di fronte a una ingiustizia, fa una ingiustizia due volte" hanno sintetizzato i ragazzi, commentando quanto fatto. Un gesto spontaneo, piccolo ma non scontato, che racconta qualcosa di diverso e lontano dagli episodi di violenza, degrado, vandalismi e microcriminalità che hanno avuto come protagonisti i giovanissimi negli ultimi tempi. Una lezione di vita che hanno dato a tutti. E soprattutto a loro stessi. Forse una goccia in mezzo al mare. Ma anche gli oceani sono fatti di gocce. 


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