Cronaca

Milano ricorda la strage di via Palestro

Il ricordo del terribile attentato che spezzò la vita a cinque persone: Alessandro Ferrari, Carlo La Catena, Sergio Pasotto, Stefano Picerno e Driss Moussafir

"Come tutti gli anni è giusto ricordare i nomi e la storia di chi perse la vita. Però è giusto ricordare, quest’anno magari ancora più del solito, che Milano ha sempre un ruolo nelle ripartenze, nelle rinascite e nella lotta per cause giuste. In questo momento dobbiamo ripartire. In quel periodo tragico Milano assunse la leadership contro la mafia, la ‘Ndrangheta e tutte le ‘Ndrine e fece come al solito la sua parte", lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando con i cronisti a margine delle commemorazione per il 28esimo anniversario della strage di via Palestro a Milano.

Anche la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha partecipato alla commemorazione della strage di via Palestro, in ricordo del terribile attentato che spezzò la vita a cinque persone: Alessandro Ferrari, Carlo La Catena, Sergio Pasotto, Stefano Picerno e Driss Moussafir, ferendone altre dodici e sfregiando un luogo della cultura di Milano.

"Fu una notte orribile, di paura, di angoscia - ha detto Letizia Moratti - di ritorno con la memoria al passato, quando altri terribili attentati colpirono Milano. Lo spostamento d'aria e il boato si sentirono in tutta la città. Sembrava che Milano fosse diventata l'obiettivo di un bombardamento, disse qualcuno a ragione. La violenza terroristica - ha aggiunto la vicepresidente - qualsiasi sia la sua matrice, cerca di minare la convivenza civile e imporre la volontà degli assassini su quella della collettività e sulle regole democratiche che la nostra società si è data, utilizzando l'arma del terrore. Un terrore che ci dovrebbe indurre istintivamente alla fuga. Fuggire l'orrore dei corpi dilaniati con la paura di diventare a nostra volta vittime casuali, come lo furono quelli che in quella sera persero la vita o furono feriti dalla tremenda esplosione".

"Però - ha ricordato Letizia Moratti - non fuggì l'agente della polizia locale Alessandro Ferrari, che accortosi del pericolo fece in modo di salvare la vita di inermi passanti, né fuggirono dal loro dovere i Vigili del Fuoco: La Catena, Pasotto, Picerno che cercarono di intervenire. Pagarono un terribile prezzo perdendo il bene più prezioso, la vita. La possibilità di un futuro - ha evidenziato la vicepresidente della Regione Lombardia - i loro sogni e speranze, tutto gli fu strappato in un momento, strappati all'affetto delle loro famiglie, dei loro amici. Ligi al dovere e sacrificandosi per gli altri, diedero l'immediata risposta dell'Italia migliore alla mafia, dando l'esempio e indicando la via per il fallimento della sua strategia".

"Non possiamo che essere loro grati e stringerci attorno alle loro famiglie che tanto hanno sofferto - ha concluso Letizia Moratti -. È importante che si commemori il loro sacrificio, per ricordare e perché le istituzioni democratiche sono il punto di riferimento e un baluardo di legalità contro gli abusi, le prepotenze, la violenza attraverso i quali le mafie vogliono imporsi, facendo spesso di chi socialmente è più fragile, degli inermi, la principale vittima. La vita spezzata di Driss Moussafir li rappresenta simbolicamente tutti". 


Si parla di