Cronaca

La società che gestiva il Cpr di via Corelli ha chiesto il dissequestro

I giudici di Milano decideranno nei prossimi giorni

Repertorio

La Martinina, società che, fino a metà dicembre, gestiva il centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di via Corelli a Milano, ha presentato un ricorso al Tribunale del riesame per chiedere la revoca del sequestro disposto d'urgenza con cui, di fatto, le è stata tolta la gestione, dopo che l'inchiesta (per turbativa d'asta e frode in pubbliche forniture) aveva fatto emergere tra l'altro condizioni disumane di vita all'interno. Il gip Livio Cristofano aveva convalidato il sequestro d'urgenza il 21 dicembre, nominando il commercialista Giovanni Falconieri per la gestione giudiziaria del Cpr.

Da quanto si apprende, i giudici del riesame si sono riservati di decidere nei prossimi giorni. Oltre al sequestro d'urgenza, era stato disposto che La Martinina non potesse contrarre con la pubblica amministrazione per un anno. Il sequestro d'urgenza si era reso necessario perché la procura di Milano aveva scoperto che la prefettura, il 13 novembre, aveva rinnovato il contratto con La Martinina per un altro anno, rendendo inutile la richiesta 'normale' che la società non potesse più partecipare a nuove gare.

Nell'inchiesta milanese sono indagati il gestore di fatto della Martinina, Alessandro Forlenza, e la madre Consiglia Caruso, in quanto rappresentante legale. Nel frattempo la procura di Potenza sta indagando sulla società per la gestione del Cpr di Palazzo San Gervasio, con 4 misure cautelari. Tra gli indagati in Basilicata anche la moglie di Forlenza, Paola Cianciulli, e poi poliziotti, avvocati e medici. Per il Cpr lucano gli indagati rispondono, a vario titolo, anche di violenza privata pluriaggravata sui migranti ospiti, calunnia e truffa aggravata ai danni dello Stato, concussione e induzione indebita.


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