Cronaca

Uccise cileno durante inseguimento: pena confermata per vigile

La seconda Corte d'Assise d'appello di Milano ha confermato la condanna a 10 anni di reclusione per omicidio volontario a carico di Alessandro Amigoni

La Scientifica sul luogo dell'omicidio

La seconda Corte d'Assise d'appello di Milano ha confermato la condanna a 10 anni di reclusione per omicidio volontario a carico di Alessandro Amigoni, l'agente di polizia locale che, il 13 febbraio del 2012, sparò durante un inseguimento e uccise un cileno di 28 anni.

Amigoni era stato condannato in primo grado con rito abbreviato (pena scontata di un terzo) il 18 ottobre 2012 dal gup di Milano Stefania Donadeo che aveva condiviso la tesi dell'omicidio volontario del pm Roberto Pellicano, concedendo poi all'imputato le attenuanti generiche.

La difesa con l'avvocato Gian Piero Biancolella ha sempre sostenuto, invece, che Amigoni durante l'inseguimento in zona Parco Lambro aveva sparato solo per intimidire e verso un terrapieno, da una distanza di almeno quindici metri e non con l'arma rivolta verso la vittima, Marcelo Valentino Gomez Cortez, i cui familiari erano assistiti nel processo dall'avvocato di parte civile, Corrado Limentani.

Secondo l'accusa, invece, l'agente aveva esploso il colpo da meno di tre metri. L'inseguimento, secondo quanto ricostruito, era nato da una manovra azzardata dell'auto su cui il 28enne cileno viaggiava con un amico che aveva insospettito i vigili.

L'uomo che era con Cortes, sentito poi come testimone dal pm, aveva raccontato che lui e l'amico stavano scappando perché clandestini e che nessuno dei due era armato. Oggi i giudici (presidente del collegio Anna Introini) hanno confermato la sentenza di primo grado come chiesto dal sostituto pg Carmen Manfredda, alzando anche l'entità delle provvisionali per i familiari del cileno: 250mila euro per ciascuno dei suoi figli e 80mila euro per la convivente.

''Sono molto soddisfatto, anche se in questo genere di processi non ci sono mai dei vincitori - ha spiegato l'avvocato Limentani - Lo dico pensando ai bambini della vittima, che avevano un rapporto strettissimo con il padre e che oggi hanno enormi problemi psicologici e vivono una situazione di grande disagio. Spero a questo punto che il Comune - ha concluso - e l'assicurazione con cui siamo in causa si decidano a risarcire''.


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