Cronaca

Uccise pregiudicato a colpi di pistola nel 2012: arrestato

L'uomo ha anch'egli precedenti per droga e armi. Schiacciante la prova del Dna

La scena del delitto

Insieme ad un complice, il 10 maggio 2012 ha freddato a colpi di pistola Giuseppe Nista, residente a Melzo e pregiudicato. Nista, trasportato in condizioni molto gravi in ospedale, non ce l'ha fatta ed è poi deceduto. Ora i carabinieri hanno arrestato quello che ritengono essere l'esecutore materiale del delitto, insieme ad un complice non ancora individuato. 

La vittima è il fratello di Domenico Nista, considerato un boss della 'ndrangheta. Giuseppe Nista, dal 2007, aveva iniziato a collaborare con gli inquirenti riguardo al traffico di droga in Lombardia da parte della criminalità organizzata. Il responsabile è stato individuato attraverso la prova del Dna e le intercettazioni telefoniche, soprattutto una telefonata che il sospettato ha effettuato con la propria moglie. L'uomo, residente a Paullo, è il 55enne Emilio Colantuoni.

L'esecuzione (perché di questo si tratta) è avvenuta alle 8.40 del mattino a Vimodrone, all'incrocio tra via dei Mille e via IV Novembre. Un grosso scooter con due persone in sella, entrambi coperti da casco integrale, si è avvicinato alla Bmw bianca di Nista: dallo scooter è sceso il passeggero, che ha rivolto la pistola all'indirizzo di Nista e ha sparato diversi colpi. La vittima, in un primo tempo, ha tentato di fuggire ingranando la retromarcia, ma l'assassino ha sparato di nuovo. 

Poi la fuga: ma qualcosa è andato storto. Lo scooter si è improvvisamente spento, costringendo i due malviventi a farlo ripartire manualmente. Uno dei due, poi, forse per non "appesantire" il mezzo, si è allontanato a piedi, liberandosi di guanti e casco.

Le indagini sono iniziate immediatamente e sono state condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Monza. Primo elemento, le immagini di sorveglianza da cui si poteva constatare che gli scooteristi avevano seguito la vittima per un lungo tratto prima di freddarlo. Le stesse immagini hanno "rivelato" la scena del guasto allo scooter dopo l'omicidio: così i carabinieri hanno potuto recuperare il casco e i guanti abbandonati da uno dei fuggitivi.

All'inizio del 2016 le indagini dei militari si sono concentrate su Emilio Colantuoni, dipendente di una carrozzeria di Milano e con precedenti per armi e droga, che - nel 2012 - era socio in affari con una persona, anch'essa con precedenti per droga, a sua volta legata a Nista per questioni di business. Per giunta il telefono di Colantuoni ha allacciato una cella molto vicina al luogo del delitto un'ora dopo il fatto.

Video | La scena dell'omicidio

Pedinando il 55enne, i carabinieri lo hanno visto prendere un caffè al bar e hanno còlto l'occasione per prelevare un frammento del suo Dna, che il Ris di Parma ha stabilito essere perfettamente coincidente con quello ritrovato sul casco e sui guanti. A completare tutto, un'intercettazione telefonica in cui Colantuoni, conversando con la moglie, le spiega alcuni dettagli del delitto.

Tanto è bastato al gip di Monza Federica Centonze per definire "granitico" il quadro accusatorio ed emettere un ordine di arresto cautelare per Colantuoni. I carabinieri lo hanno portato nel carcere del capoluogo brianzolo e, nel perquisirgli il box, hanno trovato un Suzuki Burgman, risultato rubato e "cannibalizzato", compatibile con lo scooter utilizzato per il delitto.


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