Cronaca

"La salute prima del profitto", i camici bianchi scendono in piazza

I dipendenti della sanità pubblica e del San Raffaele si sono mossi in corteo lungo le strade della città per manifestare contro lo smantellamento del sistema sanitario pubblico

Il corteo è partito da piazza Duca D'Aosta (foto Mesa Paniagua)

"I lavoratori non sono colpevoli degli sprechi del passato. Se non ha controllato la Regione e se nemmeno la guardia di finanza se n'è accorta, come potevamo farlo noi dipendenti". Lo dichiara a MilanoToday, Grazia Monacelli, delegata Usi Rsu dell'ospedale San Raffaele, durante il corteo che si è mosso da piazza Duca D'Aosta fino a via Filzi. 

In piazza insieme ai lavoratori del San Raffaele, scesi a protestare contro i 450 licenziamenti annunciati dalla nuova proprietà, il gruppo Rotelli, c'erano anche i lavoratori dell'Asl di Milano che per mercoledì 24 ottobre hanno assicurato e garantito ai cittadini solo i servizi essenziali.

Durante il corteo gli slogan erano tutti contro il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, colpevole, secondo i manifestanti, di aver lasciato la sanità in mano ai privati. "La salute prima del profitto", urlavano dai megafoni.

"Noi oggi denunciamo il tentativo di speculazione a danno dell'ospedale, dell'utenza, dei cittadini e dei lavoratori". Ha raccontato la delegato Usi. "Occorre che tutti ci alleiamo nel difendere questo bene pubblico che finora ha costituito un centro dei eccellenza nell'assistenza, nella cura e nella ricerca. Un centro di eccellenza accessibile a tutti, come universale deve essere il diritto alla salute".

"Il San Raffaele, infatti - ha spiegato la sindacalista - ha un padrone privato ma eroga un servizio pubblico. E, soprattutto, l'ospedale è finanziato all'80 per cento con soldi regionali, quindi pubblici. Questo proprietario privato adesso vuole smantellare tutto".

"Se l'attuale proprietà non o in grado di gestire l'ospedale - ha concluso - lo lasci nelle mani dei lavoratori che sapranno mantenere i livelli di qualità che lo hanno reso famoso. E' necessario l'intervento dei cittadini e degli enti pubblici"

 


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