Cronaca

Il Tribunale del Riesame rigetta la richiesta di scarcerazione di Grossi

Il Tribunale del Riesame rigetta la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali del re delle bonifiche lombarde. Secondo i giudici infatti, Grossi e i suoi complici hanno messo in atto “schemi fraudolenti” e accumulato “disponibilità finanziarie di straordinaria entità”

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iuseppe Grossi, il re delle bonifiche lombarde finito in carcere circa un mese fa, continua “a non percepire neppure il disvalore penale delle condotte che egli ha sistematicamente commesso e che ha dimostrato in concreto di voler continuare a commettere”.

E’ questo quello che hanno scritto su di lui i giudici del Tribunale del Riesame, che hanno respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali dell’uomo. Secondo la magistratura, Grossi e i suoi complici (fra cui la moglie del deputato Pdl Rosanna Gariboldi) hanno messo in atto “schemi fraudolenti”, che gli hanno permesso di accumulare ingenti somme di denaro all’estero.

I giudici definiscono le pratiche illegali dell’uomo, come “un normale corollario alla sua attività” e spiegano che l’imprenditore ha concepito “lo stesso esercizio dell' attività apparentemente lecita come indissolubilmente legato ai complessi meccanismi fraudolenti che gli hanno consentito, e gli consentono, di drenare all'estero" e di disporre di  “disponibilità finanziarie di straordinaria entità a suo esclusivo favore”.

Intanto l’inchiesta che ha portato Grossi e soci in galera continua. Secondo la Procura infatti la rete di contatti dell’uomo è “ben lungi dall'essere ancora completamente disgelata”.

I giudici parlano della "imponente struttura di società operative, società fiduciarie, meri schemi e operazioni fittizie", che ha consentito all'imprenditore di creare un impero dei fondi neri: "Al di là dei lucrosissimi profitti illeciti sino ad ora individuati", rimane comunque difficile "quantificare la ben superiore vastità dell'illecita accumulazione finanziaria".


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