Cronaca

Caso Icardi: dopo l'aggressione degli ultras, la Digos interviene �a casa del capitano dell'Inter

Caso Icardi all'Inter: dopo "l'aggressione", interviene la Digos a casa del calciatore nerazzurro

Icardi

Dopo il weekend da dimenticare a causa del proprio libro, e non solo dal punto di vista calcistico con una sconfitta e un rigore sbagliato, lunedì mattina il capitano dell'Inter ha ricevuto una visita da parte della Digos.

Gli agenti, come elemento utile alle indagini, hanno ritirato le registrazioni delle telecamere dell'elegante stabile in zona San Siro dove domenica sera un gruppo di ultras ha cercato un confronto con il numero 9 dell'Inter. L'incontro - stando alla testimonianza di Massimo Brambati, ex giocatore e inquilino dello stesso condominio di Icardi - sarebbe stato una vera e propria aggressione da parte di una quarantina di tifosi nerazzurri. A difendere il calciatore ci avrebbe pensato il custode.

Intanto, dopo un incontro con i dirigenti della società Nerazzurra, Mauro Icardi - che verrà sanzionato per aver violato il regolamento dell'Inter - ha affidato al sito ufficiale della squadra le proprie parole.

LA DECISIONE DELLA SOCIETA' E LE PAROLE DI ICARDI

"In questi due giorni ho vissuto una parentesi triste della mia storia nerazzurra. Ma in una famiglia – e mi hanno sempre insegnato che l’Inter prima di tutto è una grande famiglia – i momenti difficili o le incomprensioni possono capitare. Tutto nasce da una pagina del mio libro, che probabilmente è stata buttata giù troppo d’istinto. Una pagina dove alcuni toni sono inappropriati e sono davvero dispiaciuto che ci siano andati di mezzo proprio i tifosi dell’Inter”.

“Questo - prosegue - ha offeso tanta gente, ma bisogna guardare sempre avanti e, se si può, fare di tutto perché le cose tornino al proprio posto. Per questo mi scuso e mi impegnerò perché queste pagine non ci siano più, in modo che nessuno possa sentirsi offeso, tradito e minacciato. Oggi ho parlato con la Società, abbiamo chiuso questa brutta parentesi e, tutti insieme, abbiamo un solo obiettivo: il bene dell’Inter, perché niente è più grande dell’Inter”.

“Per questo motivo - conclude - ho accettato ogni decisione del Club. In futuro cercherò di essere molto più attento, cosa che il mio ruolo nella squadra impone. Ora, uniti più che mai, prepariamo i prossimi impegni con la massima determinazione”

LA BIOGRAFIA DI ICARDI E LE CAUSE DELLO SCONTRO CON LA NORD

A innescare la miccia, quando la pace tra Icardi e i tifosi sembrava essere stata sancita con il rinnovo fino al 2021, è stato un proprio un passaggio della biografia del calciatore. 

Da pagina 62 a pagina 64 Icardi racconta il litigio avuti con alcuni capi ultras dopo Sassuolo Inter e fornisce la sua versione dei fatti, confessando di aver usato parole per nulla dolci. 

Si legge nel libro: 

“A fine partita ho trovato il coraggio di affrontare la Curva a fine gara, insieme a Guarin. Mi tolgo maglia e pantaloncini e li regalo a un bimbo. Peccato che un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell'istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: "Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti". Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo. Nello spogliatoio vengo acclamato come un idolo... I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: "Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo". Avevo sputato fuori queste frasi esagerate per far capire loro che non ero disposto a farmi piegare dalle minacce. Una settimana dopo un capo storico viene da me: pretende ancora le mie scuse. "Non devo chiedere scusa a nessuno di voi, se vi va bene perfetto, altrimenti ciao... Oggi fra me e i tifosi della Nord c'è rispetto reciproco, come è giusto che sia. Anche loro hanno un ruolo importante per il successo della squadra…”

LA DURA REAZIONE DELLA NORD E LA CONTESTAZIONE

E domenica mattina la bomba è esplosa. La Nord, evidentemente in contrasto con la ricostruzione di Icardi, ha affidato ad un comunicato la propria replica: 

Alziamo le mani in segno di resa. Allucinante.
La prima domanda che viene da farsi è: ma perché?
Perché tante fantasie, inesattezze, squallide finzioni.
Perché?
Siamo sbigottiti, amareggiati, allibiti.
Capita sotto mano il libro di Icardi.. 
Follia pura. Mitomania. 
È una situazione strana, grottesca, ridicola.
Autobiografia di un ragazzo di 23 anni. Già questo dà da pensare..
Bugie. Bugie. Bugie. Fango per farsi ‘bello’, contro di Noi. 

Icardi è bugiardo quando racconta dell’episodio di Sassuolo. E ci piacerebbe non rivangare quella giornata dove i suoi compagni di squadra erano arrivati a prenderlo per il collo pretendendo da lui un atteggiamento meno arrogante nei confronti del popolo interista. Ma non perché la Curva è da temere, la Curva è semplicemente da rispettare. Nessuno deve avere paura di nessuno, basta avere la coscienza pulita, essere onesti, primariamente con se stessi.

Parla di bambini, s’inventa un episodio mai avvenuto per mostrarsi superiore a noi; come se non fosse sotto gli occhi di tutti che siamo l’unica Curva che ai bambini fa fare addirittura le coreografie. Come se chi c’era si fosse dimenticato di come sono andate realmente le cose e di chi ha provocato chi.

Non vogliamo cadere nel triste e completamente fuori luogo teatrino di Icardi su chi si mostra più malandrino. 
Ed è patetico leggere certe cose.. parlando di noi: “Sono pronto ad affrontarli uno a uno. […] Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”.
Commentiamo? Meglio di no..

Ci chiediamo come mai, quando scrive dei confronti con la minacciosa Curva Nord, si dimentica di raccontare di quando, sperando di trasmettergli la passione che contraddistingue il nostro essere, gli abbiamo chiesto di trovare un’oretta di tempo per passare al Covo, dove tutto nasce, per provare a capire veramente cosa c’è dietro a quei novanta minuti di gioco dove dovremmo essere tutti uniti.  
 
Icardi purtroppo non sa cosa sia il rispetto. Nella sua testa, evidentemente, qualcosa gira all’incontrario. In fondo abbiamo sempre voluto credere che fosse un bravo ragazzo, giovane, un po’ pirla (come tanti), a tratti eccessivo, a volte inopportuno, ma comunque una presenza pulita.
 
Adesso come facciamo? Come possiamo comportarci? Sarebbe forse più comodo riderci su, bisognerebbe piangere, di sicuro non possiamo far finta di niente.
Perché tutte le falsità concentrate in quelle tre pagine di libro sono inaccettabili.  
Ci dipinge come oscure figure minacciose che ruotano intorno all’ambiente Inter pretendendo chissà cosa. Quando l’unica cosa che chiediamo è impegno ed onestà. Perché tifiamo Inter da prima che Icardi nascesse, perché l’Inter per noi è un conto in banca a perdere, non certo un rinnovo di contratto all’anno a suon di milioni..
Ma come si fa a dar credito ad una persona che scrive: “Se siete dei veri tifosi dovete applaudire quando si vince ma anche quando si perde”.. Quando è alla luce del sole ed inappuntabile il fatto che la Curva Nord, a costo di incorrere nei mugugni del resto dello stadio, da sempre ha come priorità quella del sostegno costante alla squadra a prescindere dal risultato. 

Attenuanti? Nessuna. I bonus sono finiti.

Noi non pretendiamo di essere capiti, adulati od accettati. Noi siamo Ultras. Siamo irrazionale passione. Non siamo Angeli, né tantomeno diavoli. Siamo il Cuore che tutto Dona per la Follia di un Incondizionato Amore. 

Però un concetto dovrebbe essere chiaro a tutti: il capitano dell’Inter non può permettersi tali dissennate uscite. 
Un individuo del genere non può indossare la fascia di capitano. A prescindere dal nostro pensiero, esulando dalla nostra presa di posizione. 
L’Inter non lo merita.

Scritto ciò, per essere chiari, specifichiamo:

Icardi con Noi ha chiuso. 
TOGLITI LA FASCIA. PAGLIACCIO.

Per chiarire ulteriormente il concetto - nonostante un lungo post in cui Icardi ha spiegato di voler far passare il messaggio di aver perso lui la testa e di non voler accusare i tifosi - durante la partita col Cagliari i ragazzi della Nord hanno fischiato Icardi, che ha anche sbagliato un rigore, e esposto contro il numero 9 alcuni striscioni. 

"Icardi: il bastardo sei tu che scrive cazzate per vendere di più" e - ancora, sempre dalla Nord - "Usi un bambino per giustificarti e tirarci fango in faccia. Non sei uomo. Non sei capitano. Sei solo una vile merdaccia”. 

Poi, in serata, sarebbe arrivata la presunta aggressione. 


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