Cronaca

Sessanta furti di moto di grossa cilindrata: sette persone arrestate

L'indagine durata diversi mesi e condotta dai carabinieri di San Donato Milanese

Rubavano moto di grossa cilindrata a Milano, prendendo "spunto" dagli annunci online di vendita dell'usato tra privati, e poi rivendevano i pezzi di ricambio a ricettatori oppure, a loro volta, direttamente sui siti internet specializzati. Una banda specializzata è stata smantellata dai carabinieri di San Donato Milanese, che sono arrivati al gruppo a partire dalla segnalazione di una moto rubata a Milano, nel quartiere di Gratosoglio.

Di seguito: il video, l'indagine e gli arresti

A settembre 2015 un milanese chiama i carabinieri di San Donato asserendo che, secondo l'antifurto satellitare installato sulla sua moto, il mezzo si troverebbe proprio nel comune dell'hinterland. I militari raccolgono la segnalazione e si recano nel luogo indicato dall'antifurto, dove vive L.B., 53enne pluripregiudicato per furti, rapine e ricettazione e già condannato nel 2011 proprio per furto di moto. Nel suo garage c'è la moto, ma anche motori e pezzi di ricambio vari. Il mezzo viene immediatamente restituito al proprietario ed L.B. viene denunciato per ricettazione. I carabinieri decidono di far partire le indagini per capire se ci si trovi di fronte ad una banda che agisce in continuità.

Ed è proprio così. In breve i militari ricostruiscono tutto il "giro". Si parte sempre da annunci di vendita di moto usate, del valore (sull'usato) anche di oltre 20 mila euro. Pezzi pregiati, insomma. I malviventi si fingono possibili acquirenti e incontrano il venditore di turno, vedono la moto ma ne approfittano per "fare il sopralluogo": poi, dopo nemmeno un giorno, agiscono e rubano il mezzo. Chi si occupa degli arnesi per scassinare i garage, chi di portare sul posto un furgone per far "sparire" la moto, chi di controllare che non intervengano forze di polizia. Diversi i quartieri colpiti, ma soprattutto Gratosoglio, Assago e il parco Sempione.

Video | Moto rubate, sessanta colpi in pochi mesi

La banda dispone di un box nel quartiere del Gratosoglio per il deposito temporaneo della refurtiva. I carabinieri riescono a installare all'interno una videocamera e quindi vedono tutto quello che accade: qui i ladri iniziano a smontare le prime parti della moto. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche si intuisce che si tratta di appassionati di motociclismo: i membri della banda discutono tra loro sulle qualità delle singole moto rubate o da rubare, prefigurano i prossimi colpi, dibattono su quali siano i modelli più "richiesti" dai ricettatori. E tra l'altro talvolta i furti avvengono su commissione, nel senso che i ricettatori stessi indicano preventivamente quali moto rubare.

A metà febbraio 2016 i carabinieri arrestano in flagranza quattro persone che hanno rubato una moto. Si tratta di C.L., 44 anni di Milano, C.G., 39 anni di Carpiano (Milano), L.C., 41 anni di Pieve Emanuele (Milano) e D.F., 45 anni di Senago (Milano). Il gip dispone la custodia cautelare in carcere: passa la decorrenza dei termini ed i quattro tornano liberi. Nel frattempo arriva al termine l'indagine complessiva, coordinata dalla procura di Lodi e condotta dai carabinieri di San Donato: gli investigatori accertano una sessantina di furti di moto, anche due o tre a settimana, e individuano sette persone coinvolte in totale. I quattro arrestati a febbraio, il sandonatese denunciato nel 2015 e due ricettatori, R.D. (41enne di Senago) e A.D. (30enne di Rozzano).

Per tutti il gip di Lodi dispone l'obbligo di dimora (non possono uscire di casa dopo le 22) in attesa del processo. Ai ricettatori è contestato anche il riciclaggio perché nei loro box sono stati trovati anche telai contraffatti di moto. Le indagini non sono però finite: i carabinieri ritengono che esista un secondo gruppo di ricettatori, attivo soprattutto in Emilia Romagna, collegato alla banda.


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