Cronaca

Ladri d'appartamento incastrati: cercano la fuga speronando auto della polizia

Tre arrestati, uno è scappato: si tratta di "specialisti". Almeno trenta i colpi che potrebbero avere perpetrato

Ladri d'appartamento: ecco gli attrezzi (foto Polizia)

Potrebbero arrivare a trenta i furti in appartamento perpetrati da una banda di albanesi quasi del tutto sgominata dal commissariato Monforte e dalla squadra mobile di Milano con un blitz in strada, proprio davanti alla stazione della M3 di San Donato, nel pomeriggio del 12 dicembre, verso le cinque. 

Un intervento massiccio in un luogo molto frequentato in quell'orario, ma necessario - per gli investigatori - perché non si trattava di persone facilmente catturabili. Tanto per dire, il 30 novembre erano stati intercettati la prima volta, a bordo di una Peugeot, ed erano sfuggiti ad un controllo stradale in via Brenta, a Milano, scappando con la vettura per i campi di Chiaravalle dopo un inseguimento. Ma dalla targa della Peugeot gli agenti sono risaliti ad un albanese risultato intestatario di circa 500 auto: un prestanome. Attraverso vari collegamenti, gli investigatori hanno poi individuato l'auto con cui la banda si spostava di recente: un'Audi A5 nera rubata il 30 ottobre nel capoluogo lombardo.

Gli agenti hanno quindi tenuto l'Audi sotto controllo fino al 12 dicembre, quando l'autista si è recato a San Donato per prendere i complici, che erano arrivati in metrò. Ed è scattato l'intervento, con l'uso di diverse volanti. Vistisi accerchiati, i malviventi hanno comunque tentato la fuga, speronando una volante della polizia a circa 70 km/h e provocando serie lesioni ai tre agenti nell'abitacolo. Ma l'Audi ha perso una gomma nell'impatto e i malviventi si sono visti costretti a scappare a piedi. I primi due sono stati agguantati quasi subito e hanno ingaggiato una violenta colluttazione nel tentativo estremo di sfuggire all'arresto. Gli altri due hanno scavalcato le recinzioni della ferrovia per dileguarsi nella sterpaglia: dopo circa venti minuti uno di questi è stato individuato e si è arreso. Manca dunque all'appello solo uno dei quattro.

Nell'Audi sono stati trovati numerosi attrezzi per lo scasso, zaini, due targhe risultate rubate e anche diversi gioielli, frutto di un furto perpetrato in una villa di Rosate l'8 dicembre. 

CHI SONO GLI ARRESTATI - I FURTI SICURAMENTE ATTRIBUITI

I tre arrestati rispondono di resistenza a pubblico ufficiale (per la colluttazione ingaggiata con gli agenti) e danneggiamento aggravato (per avere speronato la volante della polizia), sono inoltre indagati per riciclaggio.

Si tratta di Erion Martinaj, classe 1984, con precedenti per rapina e lesioni; Eduart Meco, classe 1989, espulso a settembre e rientrato in Italia utilizzando il cognome (Meco appunto) della madre; infine, Shemsi Kharaj, classe 1993, la cui posizione è al vaglio degli investigatori. Tutti e tre sicuramente hanno usato nel tempo diversi alias e risultano irregolari sul territorio italiano.

I FURTI SICURAMENTE ATTRIBUITI

Gli investigatori sono riusciti ad attribuire già alcuni colpi con certezza alla banda. Ma data la "specializzazione" evidente, è probabile che gli episodi siano in realtà molti di più, anche una trentina. Bersagli preferiti le villette con luci spente, nell'hinterland di Milano ma anche in altre province.

Oltre all'episodio di Rosate dell'8 settembre, gli investigatori ritengono che gli albanesi abbiano colpito anche ad Orio al Serio il 30 novembre, quando sono stati sorpresi dal proprietario della villetta (insieme al figlio di cinque anni) mentre si calavano dalla grondaia per andarsene. Hanno suggerito all'uomo di non "preoccuparsi" perché stavano andando via e non sarebbe successo nulla. L'uomo (col figlio) si è però messo davanti all'auto in mezzo alla strada e quelli sono comunque ripartiti ad alta velocità rischiando di investirli entrambi.

Altro furto attribuito alla banda quello di Albairate, dove uno dei malviventi, per scappare, ha esploso anche un colpo di fucile verso terra. A Mombretto di Mediglia, invece, sono stati sorpresi e inseguiti dai carabinieri: uno dei militari ha anche sparato in aria per tentare di spaventarli, ma senza successo. A Parma, tra il bottino di un furto in casa, anche due pistole. A Chignolo Po, infine, il furto si è trasformato in rapina impropria perché i malviventi, sorprendendo l'anziano proprietario nell'appartamento, lo hanno legato in bagno con il laccio di un accappatoio. Una banda, quindi, dedita ai furti ma che non disdegna atti violenti per poterli perpetrare indisturbati.


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