Cronaca

Nasce bimbo con utero in affitto, il tribunale glielo toglie

Protagonista una coppia di Crema attualmente sotto processo dopo avere usato la tecnica in Ucraina

Crema

Fa scalpore la notizia del bambino nato con l'utero in affitto e successivamente sottratto dal tribunale di Cremona alla coppia di Crema che aveva utilizzato la fecondazione eterologa in Ucraina, Paese dove questa pratica è consentita. I due aspiranti genitori avevano pagato circa 30 mila euro al Biotexcom Center di Kiev. I medici avevano usato il seme dell'uomo per fecondare l'ovulo di una donatrice che aveva portato avanti la gravidanza e partorito il piccolo, registrato poi in Italia come figlio dei due cremaschi.

Ma il funzionario dell'anagrafe, che aveva capito che la donna non era mai stata incinta, ha segnalato il caso alla procura di Cremona e il testo del dna ha svelato che non si trattava della madre naturale. Peraltro il test ha sollevato dubbi anche sull'effettiva paternità di lui, tanto da far dire ai legali della coppia che "i nostri assistiti potrebbero essere stati truffati dalla clinica ucraina e sarebbero due volte vittime".

In attesa della conclusione del processo a loro carico, i due aspiranti genitori non possono avere notizie del bambino né sapere dove si trova. E questo nonostante (come riferiscono sempre i legali della coppia) ormai il bimbo si fosse abituato "a riconoscerli come papà e mamma". La prima udienza si è svolta il 22 ottobre, mentre il 14 gennaio ce ne sarà un'altra. Non è il primo caso del genere trattato dai tribunali italiani: a Brescia, per esempio, è in corso un processo analogo. Ma finora, a quanto risulta, non ci sono stati casi di bambini tolti alle coppie. A Trieste una coppia è stata assolta con formula piena.

"E' la dimostrazione che con queste pratiche di maternità frammentata sia inevitabilmente il minore a rimetterci", commenta la deputata del Pdl Eugenia Roccella, secondo cui "le coppie che utilizzano utero in affitto e compravendita di ovociti aggirano la legge italiana rivolgendosi a donne straniere oppresse dal bisogno, che accettano forme di sfruttamento pericolose per la salute e comunque umilianti".


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