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Milano: il ristorante di pesce in Brera che chiuse all’improvviso ora riapre all'improvviso

Abbassò la clèr di colpo nel 2022 e oggi riapre in via San Marco, a fianco di Stendhal, l’altra insegna della famiglia Forti. L’atmosfera si fa pop e più vivace ma al centro della proposta rimane il pesce fresco di qualità

Siete stati la nostra famiglia e per questo vi preghiamo con il classico Stay Tuned… di non dimenticarci e di aspettarci! Torneremo…”, scrivevano sui social di Osteria di Brera a gennaio 2022. Nel frattempo in via Fiori Chiari - nel cuore di Brera -  hanno aperto 3 indirizzi della società Triple Sea Food (di cui il primo al civico di Osteria di Brera) capitanata da Leonardo Maria del Vecchio che ha investito nel quartiere con Vesta Fiori Chiari, Casa Fiori Chiari e Trattoria del Ciumbia. E in generale il quartiere si è ripopolato di nuove insegne, tra cui Salsamenteria delle Coppelle arrivata direttamente dalla capitale, il terzo avamposto ligure in città di U Barba (di cui vi avevamo parlato qui), Gloria del gruppo Big Mamma e il ristorante di Max Mariola, entrambi di recentissima apertura. In questo affollato contesto di nuovi indirizzi si inserisce l’apertura, o meglio la riapertura, dell’Osteria di Brera che dopo due anni ha trovato una nuova casa in città, in via San Marco 5.

La storia dell’Osteria di Brera

L’insegna nasce nel 2010 per mano dell’imprenditore milanese Enrico Forti, come ristorante dedicato al pesce fresco e in particolare alle crudités di mare: un tipo di insegna che mancava nella zona. Quando Enrico viene a mancare la gestione passa poi nelle mani del figlio Marcello – proprietario di diverse insegne tra cui Stendhal Milano, Mediterranea e Hostaria Bacanera a Venezia - oggi al suo fianco dagli anni ’90, che in onore del padre lo rinomina Osteria di Brera 1990, anno in cui aprì il suo primo ristorante.

Dopo 10 anni nonostante gli affari andassero molto bene il locale chiude “per cause di forza maggiore”, ci spiega Marcello, nel senso che il contratto di affitto era terminato e non è stato rinnovato. Al suo posto ha aperto poi Casa Fiori Chiari. “Quando ho chiuso mi sono dedicato ad altro. Poi si è presentata l’occasione di rilevare questo posto, proprio di fianco al mio Stendhal, e ho pensato di rispolverare il progetto che aveva fondato mio padre 14 anni fa e raccontarlo con una nuova voce”. E così quando ormai nessuno se lo aspettava più riapre l’Osteria di Brera nei locali di quello che “fu il ristorante Tinè, fondato da Italo Manca, uno dei ristoratori noti al pubblico milanese (lo stesso di Stendhal e La Libera) poi passato per diverse gestioni”.

Il nuovo format più pop e vivace della storica insegna

Ciò che rende questo locale diverso dal precedente è soprattutto l’ambiente, che è stato ripensato in una chiave più pop e colorata: “volevamo fare un posto energetico che sapesse un po’ di vacanza e di relax, dove ci si toglie la giacca e ci si rilassa. Mantenendo un’idea di cucina focalizzata sul pesce perché a Brera è sempre mancato questo tipo di proposta”. La nuova Osteria di Brera si ispira quindi alle brasserie di mare del sud della Francia, con l’intento di rinnovare l’idea del classico ristorante di pesce.

Il contesto informale e rilassato gioca sui toni del rosso sia nelle pareti che nei tavoli lucidi, a cui si aggiungono dettagli in bianco e blu che richiamano che ricreano un’atmosfera marittima. La sala ha una 50ina di coperti, a cui si aggiunge il dehors con tavoli e divanetti che, durante la bella stagione, verrà sfruttato anche per fare aperitivi a base di piatti di pesce in condivisione e cocktail. “L’idea è quello di espandersi nella piazza e fare un dehors un po’ vacanziero, una lounge dove bere cocktail a cielo aperto in quello che prima era un parcheggio”.

Cosa si mangia nella nuova Osteria di Brera a Milano e i prezzi

La proposta di Osteria di Brera è semplice e piuttosto classica, basata sull’esaltazione della qualità delle materie prime senza troppe lavorazioni. È un po’ il contrario di Stendhal, dove troviamo una cucina tutta milanese con qualche piatto di mare. Qui invece, rimangono i qauttro super classici di tradizione meneghina (18-35€) – mondeghili, risotto giallo, cotoletta alla milanese e ossobuco in gremolada - ma il grande protagonista della tavola è il pesce, soprattutto le cruditès come plateau di crudi (60-240€), tartare (16-28€) e una selezione di 6 tipi di ostriche diverse (4-9€ al pezzo). Tra queste c’è la Tarbouriech, ovvero la perla del Delta del Po, di cui Marcello Forti va molto fiero: “quando le ho scoperte mi davano del matto, adesso le hanno tutti perché sono un prodotto davvero buono e italiano. Poi ci sono anche quelle sarde e bretoni”, ci racconta il proprietario.

Il menu dello chef Giovanni Muro si compone poi di paste, in cui vengono riprese ricette regionali con un qualcosa in più, come gli Spaghetti alle vongole, bottarga di muggine e uova di riccio (30€) o i Tagliolini aglio, olio e peperoncino e tartare di tonno (18€). Tra i secondi (28-30€) l’immancabile Fritto di Brera e il pesce al sale. E poi i dolci (10€) come il tiramisù, torta di mele con gelato e il gelato fatto in casa al pistacchio. “Non volevamo né una cucina impostata né un ambiente di super design come adesso ne stanno aprendo tanti. Puntiamo piuttosto sul concetto di osteria nella sostanza (perché non c’è niente che ricordi le osterie della Milano Anni ’80-90). La nostra filosofia si basa sul concetto di semplicità, vogliamo far star bene le persone facendole sentire a casa. Questa è la nostra scommessa”.


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