T'el see che a Milan... ?

Perché a Milano i cinesi non muoiono? In Paolo Sarpi ancora nessuno nel 2016

Il mistero ha due possibili spiegazioni: i cinesi di seconda generazione sono sempre più spesso italiani e quindi "escono" dalla statistica; e i più anziani preferiscono morire in patria

Via Paolo Sarpi: qui ancora nessun cinese morto nel 2016

Quattordici cinesi morti nel 2016, su circa 29 mila residenti a Milano. La statistica - riferita da TgCom e Il Giornale - viene direttamente dall'anagrafe cittadina e in qualche modo conferma la diffusa diceria secondo cui i cinesi a Milano "non muoiono". Accompagnata di solito dalla domanda di rito: "L'avete mai visto, un funerale di un cinese sotto la Madonnina?".

Naturalmente, diverse leggende metropolitane si sono diffuse negli anni a partire da dati come questo. Quella più classica, "che carne pensate di mangiare nei loro ristoranti?", non ha mai avuto un riscontro reale. E poi quelle che ipotizzano "traffici" di cadaveri via nave per "salvare" i documenti, preziosi visto che la Cina è un Paese extracomunitario.

In zona Paolo Sarpi, quella che tradizionalmente è la "Chinatown" meneghina, numeri ancor più bassi: nessun morto cinese in zona nel 2016 contro 21 nati. Pochi morti anche negli anni passati: due nel 2013 e nel 2014, uno nel 2015. 

Al di là delle leggende d'occasione, i motivi sembrano essere essenzialmente due: i cinesi più anziani, quando si ammalano, preferiscono tornare nel Paese d'origine per accedere a cure più economiche. E i cinesi più giovani, sempre più di frequente, sono in realtà di nazionalità italiana, per cui escono dalle statistiche sugli stranieri, comprese quelle anagrafiche.


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