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Quando la regina Elisabetta visitò Milano: la Scala, la Vespa, i legami con la City

Due i viaggi a Milano della regina Elisabetta II, morta in Scozia l'8 settembre: nel 1961, per il centenario dell'Unità d'Italia, e nel 2000, per il Giubileo. In entrambi i viaggi fece tappa alla Scala

La regina Elisabetta con Muti e il duca di Edimburgo (foto Bianchi/Pool/Ansa)

Elisabetta II, regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, è morta giovedì pomeriggio nel castello di Balmoral, in Scozia, dove usava trascorrere il periodo estivo. Di lei si ricordano vari viaggi in Italia e, in particolare, due soggiorni a Milano: nel 1961, per il centenario dell'Unità d'Italia, e nel 2000, per il Giubileo. Della visita del 1961, che aveva toccato anche tante altre città italiane (Roma, Firenze, Torino, Venezia e Napoli), non è rimasto molto, a parte varie fotografie del suo carosello in centro, tra il Duomo e piazza Scala, alcune delle quali in vendita su Ebay.

Della seconda visita è rimasto molto di più. La regina trascorse 23 ore a Milano, assistette a un concerto alla Scala diretto da Riccardo Muti (che era stato direttore musicale della London Philarmonic a cavallo tra gli anni '70 e '80) e visitò l'Ultima Cena di Leonardo, mentre il principe consorte Filippo si recò all'Agusta-Westland. Le cronache riportano che, grazie all'inglese perfetto, l'allora ministro dell'industria Enrico Letta fece da "guida" in varie occasioni (e incassò l'ironia di Filippo che, ritrovandoselo alla Scala in serata, gli disse: "L'hanno fatta ministro della cultura?").

La bandiera "scomoda"

Ancora le cronache del viaggio del Giubileo riportano un commento della sovrano nel refettorio di Santa Maria delle Grazie: "Rovinosa". Elisabetta si riferiva alla distruzione arrecata dalle bombe anglo-americane durante la seconda guerra mondiale. Bombe liberatorie, ma pur sempre bombe. E una bandiera argentina spuntata da una finestra su una strada che Elisabetta avrebbe dovuto percorrere. La coppia di argentini che viveva in quell'appartamento venne identificata dalla Digos e invitata a togliere la bandiera del loro paese ma, ovviamente, senza contestare alcun reato. La guerra nelle Falkland era ancora viva nei ricordi di quella coppia.

Della visita del 2000, qualche milanese ricorda anche l'inusuale velocità con cui venne sistemato il pavé di piazza Scala, per presentarlo perfetto alla sovrana, e il discorso al gotha dell'imprenditoria, nel quale Elisabetta, che aveva evidentemente concordato tutto col premier Tony Blair, parlò di legami sempre più stretti tra Milano e la City di Londra (e, di conseguenza, tra l'Italia e il Regno Unito). Una sovrana "unusual" nella veste di ambasciatrice economica, secondo i cronisti inglesi di vent'anni fa. Gli altri incontri del serrato programma di Elisabetta furono all'Istituto europeo di design (rimase ammirata dalla Vespa), e a Palazzo Marino.

Una regina amatissima

In generale, Elisabetta, molto amata in patria e ovunque, ha lasciato ottimi ricordi nel capoluogo lombardo. Inevitabili gli 'scivoloni' nell'etichetta: Muti, per esempio, infranse la regola di non rivolgersi mai direttamente alla sovrana, avvertendola che stava per inciampare, ma fu 'perdonato' per le buone intenzioni. E gli ospiti inglesi alla Scala si lamentarono degli orchestrali, che s'erano alzati in piedi prima della regina. Quisquilie di fronte a una regina capace di infondere simpatia in chiunque. Se perfino l'ex comandante dell'Ira Martin McGuinness, dopo averla incontrata da vicepremier dell'Irlanda del Nord nel 2012, commentò che la regina gli piacque, si capisce perché Elisabetta II sarà indimenticabile.


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