Attualità

Dopo intervento all'aorta non può sollevare pesi di 10 chili: l'azienda lo licenzia

Il caso di un operaio a Gorgonzola

Repertorio (Pixabay)

Prima un mese in ospedale per un intervento delicato alla valvola aortica al Monzino di Milano, ospedale specializzato in cardiologia. Poi la convalescenza e, infine, la lettera di licenziamento da parte della sua azienda. L'uomo lavora, o meglio lavorava, in una ditta metalmeccanica di Gorgonzola ma, in seguito alla sua patologia, non è più in grado di sollevare materiali metallici di peso superiore ai 10 chili e inoltre deve evitare di esporsi alle polveri. 

A questo punto, stando alla lettera di licenziamento, l'azienda non può più impiegarlo né nell'inquadramento attuale né in un'altra posizione, perché le prescrizioni dei medici non consentirebbero ai datori di lavori di ruotare l'operaio nei vari reparti aziendali. Quindi, licenziato per "giustificato motivo oggettivo". Eppure già prima dell'intervento in ospedale l'uomo, che ha ora 44 anni, aveva alcune limitazioni nel sollevare i pesi, a causa di altri problemi alla schiena. 

Si andrà in Tribunale

L'uomo ha avuto a che fare con i suoi problemi di salute da fine novembre 2018, quando proprio in azienda si è sentito male ed è stato portato in ospedale, ad aprile 2019, quando la convalescenza è finita. L'azienda, in conciliazione obbligatoria, ha offerto quattro mensilità che non sono state accettate, per cui si andrà in Tribunale. Intanto i colleghi del 44enne hanno indetto uno sciopero di 4 ore e la Uilm milanese (sindacato di cui il 44enne era delegato in azienda) lo sta sostenendo. L'operaio vuole tornare al lavoro: perché ha un mutuo e una figlia da crescere, ma anche perché lavora da 20 anni e, come lui stesso dichiara, "non riesco a stare a far niente".


Si parla di