Attualità

Le nuove torri che potrebbero sorgere a San Siro

Presentata una Scia di inizio attività a novembre, prima della tempesta giudiziaria a Milano su casi simili. Il consigliere comunale Fedrighini: "Il Comune potrebbe ancora chiedere all'operatore il permesso di costruire, per elaborare almeno un piano urbanistico mitigatore. Lo farà?"

Il progetto: le torri di via Patroclo

Due nuove torri di 30 e 70 metri 'incombono' sul tranquillo quartiere nei dintorni dello stadio di San Siro. Siamo in via Patroclo, a nord dello stadio, all'altezza (più o meno) delle scuderie dell'ippodromo. A metà novembre del 2023, un operatore privato ha presentato una Scia (segnalazione certificata di inizio attività) per annunciare che era tutto pronto per realizzare l'opera.

Lo ha denunciato, lunedì 11 marzo in consiglio comunale, Enrico Fedrighini del gruppo misto, dopo averlo appreso qualche ora prima. Le due torri, secondo le prime informazioni, dovrebbero essere adibite a residenze. "La Scia al posto del permesso di costruire consente di 'saltare' una preventiva valutazione d'impatto da parte dell'amministrazione comunale", ha dichiarato il consigliere. Valutazione che darebbe diritto al Comune di individuare eventuali opere 'compensative'.

In questo caso la Scia è stata presentata prima della tempesta giudiziaria che ha investito il Comune di Milano proprio su questo tema, con le inchieste sui complessi residenziali Hidden Garden, Torre Milano e Park Towers, avviati appunto con una Scia alternativa al permesso di costruire, strumento che avrebbe consentito a Palazzo Marino di redigere un piano urbanistico per il quartiere in modo da ridurre l'impatto di centinaia di nuovi residenti. La procura contesta, in particolare, che attraverso la Scia si faccia passare per ristrutturazione quelle che in realtà si configurano come ricostruzioni. E, sempre secondo la procura, ciò accadrebbe sistematicamente, in base a una circolare interna del 2023 che darebbe questa indicazione ai funzionari.

"Per via Patroclo l'operazione si traduce in "ulteriore congestionamento del territorio, in una zona già pesantemente satura di funzioni attrattive, di traffico, di compromissione ambientale", ha proseguito Fedrighini: "Ma tutto questo non è responsabilità del privato. È una facoltà che gli viene concessa dall'amministrazione e che va rivista. Perché va bene semplificare le procedure, ma senza rinunciare al controllo e al ruolo di preventiva valutazione di interventi destinati a trasformare in modo irreversibile il territorio urbano". 

Il Comune potrebbe ancora rispondere al privato chiedendogli di presentare una richiesta di permesso di costruire. "Lo farà?", si chiede Fedrighini: "Non vorremmo, come risultato, una città da cui fuggire. Siamo di fronte all'ennesimo esempio dei motivi per cui dobbiamo urgentemente intervenire in ambito di revisione del Pgt sulle procedure ammissibili".


Si parla di