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Giù il muro della street art per costruire le case per "ricchi"

La polemica del centro sociale Leoncavallo contro un edificio in costruzione: abbattuto il muro con le opere di street art

Il muro demolito (foto Leoncavallo)

Via il muro con i graffiti storici del Leoncavallo. Lo comunica il centro sociale di via Watteau, zona Greco, in una nota in cui spiega che, "per fare spazio all'ennesimo palazzo per l'élite", è iniziata la demolizione di uno dei muri nei dintorni della sede, da tanti anni 'tappezzati' da street art.

"Cara città, piange il cuore e sale la rabbia nel vederti demolita, svenduta e ricostruita per la speculazione", si legge nel comunicato del centro sociale, in cui vengono riportati i virgolettati che pubblicizzano l'operazione immobiliare in essere (che si chiama Theorema Building), accusata di gentrificazione. Il Leoncavallo contesta anche la 'pretesa' che vi siano "spazi verdi" nel quartiere e fa notare che "il parco delle rose, un tempo occupato e vissuto, ora è chiuso e recintato poiché proprietà privata".

E poi la questione della street art: via Lucini, secondo quanto riferisce il Leoncavallo, era nota come luogo di opere realizzate anche da artisti famosi come 2501, Nemo, Zed1, Frode, Pao, Nais, Volkswriterz, Irwin, ViperHaze. "Peccato - si legge nel comunicato del centro sociale - che l'anima milanese (quella di cui parla la pubblicità del nuovo edificio, n.d.r.) sia quella appena abbattuta. Questa città parla di cultura solo per opportunismo, continuando a disincentivarla rinchiudendola all'interno di un sistema di mercato. La street art è comoda quando gentrifica, ma è scomoda per costruire. Dietro al buco che hanno appena lasciato comparirà l'ennesimo cancello a sbarre con dietro 12 piani di appartamenti 'disabitati' da società e airbnb e abitati solo dai pochi che se lo potranno permettere. Tutto il resto: la periferia, i suoi storici abitanti, i suoi colori e la sua forma, 'l’anima milanese', deve andare tutta via".

Il tema era già emerso nell'autunno del 2021, con le prime demolizioni. Nel 2006, durante il mandato di Letizia Moratti, l'allora assessore alla cultura Vittorio Sgarbi era entrato in polemica con altri esponenti della sua maggioranza di centrodestra perché aveva difeso i graffiti intorno al Leoncavallo, considerandoli vere e proprie opere d'arte da tutelare.


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