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Stadio San Siro: il dibattito pubblico è obbligatorio, lo dice lo Stato

Colpo di scena nella vicenda sul dibattito pubblico per il nuovo stadio di San Siro: il Comune l'aveva escluso

Per il nuovo stadio di San Siro, il dibattito pubblico non solo si può fare, ma è obbligatorio. Non lo dice un esponente politico di parte, ma Caterina Cittadino, dirigente della presidenza del Consiglio dei Ministri e presidente della 'Commissione nazionale dibattito pubblico'. Una commissione creata dopo la modifica del codice dei contratti pubblici, che prevede di individuare grandi opere di rilevanza sociale che hanno impatti sull'ambiente e il territorio, per le quali è obbligatorio il ricorso alla procedura di dibattito pubblico.

Stadio, il consiglio comunale ne discuterà nelle commissioni

Ad interpellare la commissione è stato il Comitato Colibrì, un comitato di cittadini formatosi prima delle elezioni comunali del 3-4 ottobre, a cui hanno aderito numerosi candidati di tutte le liste di centrosinistra e di sinistra radicale. In precedenza il Comune di Milano aveva invece escluso la possibilità di effettuare il dibattito pubblico sullo stadio di San Siro perché l'opera prevista dai due club non rientrava nel regolamento comunale sulla partecipazione.

"Ora non ci sono più scuse", commenta Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde in consiglio comunale e primo promotore del dibattito pubblico: "E' indispensabile approntarlo con urgenza, informando e coinvolgendo i cittadini. Ci era stato detto che un codicillo del regolamento comunale cozzava con la legge nazionale. Allora abbiamo presentato un provvedimento per eliminare il codicillo e abbiamo comunque chiesto il dibattito pubblico nazionale, ma ci è stato detto che la legge sugli stadi avrebbe derogato l'obbligo del medesimo".

"Ora è tutto più chiaro", aggiunge Monguzzi, "anche se abbiamo perso venti giorni. Facciamo nostro il pensiero generale del Comitato Colibrì, secondo cui negli ultimi dieci anni Milano ha dato il meglio di sé quando si è aperta all'ascolto autentico di tutte le persone, soprattutto sui temi su cui si è deciso di non schierarsi in campagna elettorale". Lo stadio di San Siro è infatti rimasto di fatto escluso dalla campagna: nessuno affrontava il tema.


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